CITTA' DEL VATICANO, 2 SET. 2009 (VIS). Nell'Udienza Generale di oggi, tenutasi nell'Aula Paolo VI, il Papa ha ripreso il ciclo di catechesi sui grandi Scrittori della Chiesa di Oriente e di Occidente del tempo medioevale soffermandosi su Sant'Oddone, Abate di Cluny. Proveniente dalla residenza estiva di Castel Gandolfo, il Santo Padre ha raggiunto il Vaticano in elicottero e, al termine dell'Udienza, è rientrato a Castel Gandolfo.
"Di Cluny Oddone fu il secondo abate" - ha detto il Pontefice dando alcune notizie biografiche - "Era nato verso l'880, ai confini tra il Maine e la Touraine, in Francia. (...) Affascinato dall'ideale benedettino, Oddone lasciò Tours ed entrò come monaco nell'abbazia benedettina di Baume, per poi passare in quella di Cluny, di cui nel 927 divenne abate. Da quel centro di vita spirituale poté esercitare un vasto influsso sui monasteri del continente. (...) Fu proprio a Roma che, nell'estate del 942, cadde malato. Sentendosi prossimo alla fine, con ogni sforzo volle tornare presso il suo san Martino a Tours, ove morì nell'ottavario del Santo, il 18 novembre 942".
Il Papa ha ricordato le virtù del santo fra le quali spiccavano la "'virtù della pazienza", (...) il disprezzo del mondo, lo zelo per le anime, l'impegno per la pace delle Chiese. Grandi aspirazioni dell'abate Oddone erano la concordia tra i re e i principi, l'osservanza dei comandamenti, l'attenzione ai poveri, l'emendamento dei giovani, il rispetto per i vecchi".
"Merita particolare menzione" - ha proseguito il Pontefice - la "'devozione' al Corpo e al Sangue di Cristo che Oddone, di fronte a una estesa trascuratezza da lui vivacemente deplorata, coltivò sempre con convinzione. Era infatti fermamente convinto della presenza reale, sotto le specie eucaristiche, del Corpo e del Sangue del Signore, in virtù della conversione 'sostanziale' del pane e del vino".
"Solo chi è unito spiritualmente a Cristo" - scriveva Oddone "può partecipare degnamente al suo Corpo eucaristico: in caso contrario, mangiare la sua carne e bere il suo sangue non sarebbe di giovamento, ma di condanna".
"Sant'Oddone è stato una vera guida spirituale" - ha ribadito il Pontefice - "sia per i monaci che per i fedeli del suo tempo. Di fronte alla 'vastità dei vizi' diffusi nella società, il rimedio che egli proponeva con decisione era quello di un radicale cambiamento di vita, fondato sull'umiltà, l'austerità, il distacco dalle cose effimere e l'adesione a quelle eterne".
"Appare qui un tratto del santo abate" - ha rilevato Benedetto XVI - "a prima vista quasi nascosto sotto il rigore della sua austerità di riformatore: la profonda bontà del suo animo. (...) Oddone, così ci dicono i suoi coetanei, effondeva intorno a sé la gioia di cui era ricolmo. (...) In questo modo il vigoroso ed insieme amabile abate medioevale, appassionato di riforma, con azione incisiva alimentava nei monaci, come anche nei fedeli laici del suo tempo, il proposito di progredire con passo solerte sulla via della perfezione cristiana".
Benedetto XVI ha concluso la catechesi auspicando che: "La sua bontà, la gioia che proviene dalla fede, unite all'austerità e all'opposizione ai vizi del mondo, tocchino anche il nostro cuore, affinché anche noi possiamo trovare la fonte della gioia che scaturisce dalla bontà di Dio".
AG/SANT'ODDONE/... VIS 20090902 (530)
Nessun commento:
Posta un commento