CITTA' DEL VATICANO, 18 MAR. 2009 (VIS). Questa mattina, dopo la Santa Messa in privato nella Cappella della Nunziatura Apostolica di Yaoundé, il Papa ha raggiunto il Palais de l'Unité per rendere una visita di cortesia al Presidente della Repubblica del Camerun, Signor Paul Biya.
Successivamente Benedetto XVI ha raggiunto la Chiesa Christ-Roi in Tsinga di Yaoundé, dove si è svolto un incontro con i 31 Vescovi della Conferenza Episcopale Nazionale del Camerun.
"In questo anno consacrato a San Paolo" - ha detto il Santo Padre all'inizio del suo discorso - "è particolarmente opportuno ricordare l'urgente necessità di annunciare il Vangelo a tutti".
Ribadendo che "una profonda comunione deve unire i Pastori della Chiesa", Benedetto XVI ha affermato: "Una collaborazione efficace fra diocesi, in particolare per una migliore ripartizione dei sacerdoti nel vostro Paese, non può che favorire i rapporti di solidarietà fraterna con le Chiese diocesane più povere affinché l'annuncio del Vangelo non soffra per mancanza di ministri".
Successivamente il Papa ha sottolineato che: "Il Vescovo e i suoi sacerdoti sono chiamati a intrattenere rapporti di stretta comunione" ed ha affermato: "La parola e l'esempio del Vescovo è per i sacerdoti un aiuto prezioso nell'ispirarli ad assegnare alla vita spirituale e sacramentale un posto centrale nel loro ministero, incoraggiandoli a scoprire e vivere con sempre maggiore profondità, il particolare ruolo del pastore, che è in primo luogo quello di essere un uomo di preghiera. La vita spirituale e sacramentale è una straordinaria ricchezza, donata a noi per noi stessi e per il bene del popolo a noi affidato".
"Nelle vostre diocesi" - ha proseguito il Santo Padre - "numerosi giovani si presentano come candidati al sacerdozio. Possiamo solo ringraziarne il Signore. E' essenziale che si compia un serio discernimento. A tal fine, vi incoraggio, (...) a dare priorità alla selezione e alla formazione dei formatori e dei direttori spirituali".
"A partire dalle origini della fede cristiana in Camerun" - ha rilevato il Pontefice - "i religiosi e le religiose hanno dato un contributo fondamentale alla vita della Chiesa. Con voi rendo grazie a Dio e mi compiaccio dello sviluppo della vita consacrata tra le figlie e i figli del vostro Paese".
"Nel vostro servizio per annunciare il Vangelo" - ha ricordato Benedetto XVI - "siete anche aiutati da altri operatori pastorali, in particolare i catechisti. Nell'evangelizzazione del vostro Paese essi hanno avuto e hanno ancora un ruolo determinante. (...) Per loro tramite si realizza una autentica inculturazione della fede. La loro formazione umana, spirituale e dottrinale è dunque essenziale".
"Tra le numerose sfide che incontrate nella vostra responsabilità di Pastori, vi preoccupa particolarmente la situazione della famiglia. Le difficoltà dovute in special modo all'impatto della modernità e della secolarizzazione con la società tradizionale, vi incitano a preservare con determinazione i valori fondamentali della famiglia africana, facendo della sua evangelizzazione in modo approfondito una delle principali priorità. Nel promuovere la pastorale familiare, voi vi impegnate a favorire una migliore comprensione della natura, della dignità e del ruolo del matrimonio che richiede un amore indissolubile e stabile".
"La liturgia occupa un posto importante nella manifestazione della fede delle vostre comunità" - ha affermato il Papa - "Di solito queste celebrazioni ecclesiali sono festose e gioiose, esprimendo il fervore dei fedeli, felici di essere insieme, come Chiesa, per lodare il Signore. E' dunque essenziale che la gioia così manifestata non sia un ostacolo ma un mezzo per entrare in dialogo e in comunione con Dio".
"Lo sviluppo di sette e movimenti esoterici come pure la crescente influenza di una religiosità superstiziosa, come anche del relativismo, sono un invito pressante a dare un rinnovato impulso alla formazione dei giovani e degli adulti, in particolare nel mondo universitario e intellettuale".
"Sono lieto di evidenziare e incoraggiare la partecipazione attiva delle associazioni femminili nei vari settori della missione della Chiesa, dimostrando così una reale consapevolezza della dignità della donna e la sua specifica vocazione nella comunità ecclesiale e nella società".
"La missione del Vescovo lo impegna ad essere il principale difensore dei diritti dei poveri, a promuovere e favorire l'esercizio della carità, manifestazione dell'amore del Signore per i piccoli. In questo modo, i fedeli sono portati a cogliere in modo concreto che la Chiesa è una vera famiglia di Dio, riunita dall'amore fraterno, che esclude ogni etnocentrismo e particolarismo eccessivi e contribuisce alla riconciliazione e alla cooperazione tra le etnie per il bene di tutti".
"E' anche dovere dei cristiani, specialmente dei laici che hanno responsabilità sociali, economiche, politiche, di lasciarsi guidare dalla dottrina sociale della Chiesa, per contribuire alla costruzione di un mondo più giusto in cui ciascuno potrà vivere dignitosamente".
PV-CAMERUN/INCONTRO VESCOVI/YAOUNDE VIS 20090318 (770)
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