CITTA' DEL VATICANO, 9 OTT. 2008 (VIS). Alle 16:30 di oggi pomeriggio ha avuto inizio la Settima Congregazione Generale, in presenza del Santo Padre. Presidente Delegato di turno è stato il Cardinale William Joseph Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.
Di seguito riportiamo alcuni estratti degli interventi dei Padri Sinodali:
CARDINALE ENNIO ANTONELLI, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia (CITTÀ DEL VATICANO). "Raccomandare e promuovere con appropriati sussidi l'ascolto comunitario della Parola di Dio nelle famiglie e la condivisione delle esperienze vissute. Per collegare più facilmente le parole scritte con Gesù Cristo, la Parola vivente, seguire l'anno liturgico attraverso il Vangelo del giorno o almeno quello della domenica, sottolineando in esso una frase da ricordare e da vivere durante la giornata o durante la settimana. Non occorre molto tempo; pochi minuti bastano per pregare e ascoltare insieme, per prendere un impegno comune da attuare nelle attività e relazioni quotidiane e da ricordare al momento opportuno nel dialogo familiare spontaneo. Se invece si fa un solo incontro settimanale di ascolto della Parola, esso può essere più prolungato e può costituire una preparazione o una continuazione e applicazione della Messa domenicale in parrocchia".
VESCOVO LOUIS PELÂTRE, A.A., VICARIO APOSTOLICO DI ISTANBUL, AMMINISTRATORE APOSTOLICO DELL'ESARCATO APOSTOLICO DI ISTANBUL (TURCHIA). "Esistono nel mondo eccellenti commissioni per le traduzioni della Bibbia nelle diverse lingue internazionali ma che dire delle traduzioni nelle lingue locali parlate solo da poche persone? È un problema serio per la Turchia. (...) Faccio perciò appello a tutte le società missionarie affinché inseriscano tra le proprie priorità la scelta di persone esperte di linguaggio biblico e allo stesso tempo delle lingue locali per mettere a punto dei testi di qualità degni della Parola di Dio che vogliamo annunciare. Purtroppo si trovano abbastanza facilmente i soldi per stampare dei bei libri, ma non per garantire la qualità del contenuto, cosa che spinge a trovare volontari che svolgano questo lavoro oscuro e di ampio respiro che costituisce il primo passo dell'azione evangelizzatrice della Chiesa".
CARDINALE PAUL JOSEF CORDES, PRESIDENTE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO "COR UNUM" (CITTÀ DEL VATICANO). "Nel mondo civilizzato, la sollecitudine per il prossimo è, allo stesso tempo, un'istanza culturale. La maggior parte delle religioni mondiali - quali l'Islam, l'Induismo o il Buddismo - hanno imparato dal cristianesimo e fatto propria la promozione dell'amore per il prossimo. Eppure, per quanto riguarda il n. 39 del Documento di lavoro, che esige l'amore per il prossimo per i membri della Chiesa, questo sembra non essere oggi il compito più urgente. (...) I Pastori della Chiesa quindi dovrebbero essere attenti a non abbandonare semplicemente le istituzioni caritative ecclesiali al clima filantropico generale. (...) Quando, il servizio delle organizzazioni caritative e i singoli cristiani non manifestano Dio con chiarezza a coloro che chiedono e che cercano, noi rinunciamo a una funzione della Chiesa che è cruciale per i tempi che stiamo vivendo. Perché l'uomo ha più che mai bisogno di questa unione con Dio".
ARCIVESCOVO HÉCTOR MIGUEL CABREJOS VIDARTE, O.F.M., DI TRUJILLO, PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EISCOPALE (PERÙ). "In quest'epoca menzioniamo spesso, e a ragione, l'importanza dei mezzi di comunicazione per portare la Parola di Dio ai nostri contemporanei. Tuttavia, ogni settimana, abbiamo l'opportunità di annunciare il Vangelo nel momento privilegiato della celebrazione eucaristica, proclamazione molte volte carente. È un tema che è importante considerare in tutta la sua serietà e urgenza. Forse, l'origine di questa situazione sta nella mancanza di una formazione biblica seria e sistematica. Una buona conoscenza della Sacra Scrittura è garanzia di una buona predicazione. (...) Una conoscenza del contesto rende più efficace la presentazione del Vangelo. Dobbiamo esortare i ministri della Parola a elaborare attentamente le loro omelie, tenendo in considerazione i destinatari della predicazione. (...) Occorre avere presente che l'omelia è la comunicazione della Parola viva di Dio, una comunicazione che, come indica il termine stesso, è orientata a produrre comunione con il Dio della nostra fede, fondamento della comunione dei credenti. Comunicazione, comunione e comunità formano un tutto unico. E sebbene l'omelia debba rispondere a una solida formazione biblica ed essere attenta alla realtà e ai mutamenti del mondo in cui vivono i suoi destinatari, la testimonianza personale del predicatore, la coerenza con il Vangelo della sua vita, deve confermare ciò che si proclama. Ciò renderà credibilità a ciò che si dice".
ARCIVESCOVO FRANCESCO COCCOPALMERIO, PRESIDENTE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER I TESTI LEGISLATIVI (CITTÀ DEL VATICANO). "Quale Presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi e quindi responsabile che la legislazione della Chiesa sia sempre aggiornata, mi chiedo se da una Assise così importante e su un tema così determinante per la vita della Santa Chiesa non possa e non debba venire anche un apporto significativo alla Legge della Chiesa stessa, in modo del tutto particolare nel Codice di diritto canonico. Per chiarire il pensiero porto un esempio assolutamente elementare. Il can. 276 sulla vita spirituale dei chierici così si esprime: "[I Chierici] alimentino la propria vita spirituale alla duplice mensa della Sacra Scrittura e dell'Eucaristia ... " (p.2, n.2). Il testo è pregevole, ma si riferisce solo alla celebrazione dell'Eucaristia. Quando poi si viene a parlare di preghiera personale si afferma solo: 'sono sollecitati ad attendere regolarmente all'orazione mentale (p.2,n.5). L'espressione 'orazione mentale' è assolutamente chiara, però è datata. Potrebbe, invece, essere questo il luogo in cui 'esortare i chierici a praticare quotidianamente la 'lectio divina'. In definitiva la mia proposta è che le conclusioni del Sinodo, con il consenso del Santo Padre, diventino anche compito di riflessione affidato ai Dicasteri della Curia, con il servizio speciale di stimolo e di coordinamento del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, perché propongano al Legislatore supremo i necessari adattamenti alle norme della Chiesa per quanto riguarda il particolare ambito della Parola di Dio".
VESCOVO GUNNAR STÅLSETT, EMERITO DI OSLO, FEDERAZIONE MONDIALE LUTERANA (NORVEGIA). "Tutte e tre le religioni del Libro - Giudaismo, Cristianesimo e Islam - si trovano oggi in una stretta fra secolarismo e fondamentalismo. Libertà di religione e libertà di espressione sono diritti umani fondamentali. Questo implica che nella società debba esserci spazio per espressioni fondamentaliste di fede, anche se ciò porta a settarismo e divisioni. Il terrorismo in nome di Dio è un affronto a tutte le fedi, poiché è violenza contro Dio. L'antidoto al fondamentalismo può essere solo una più autentica interpretazione delle Sacre Scritture. La Chiesa deve continuare a tenere in equilibrio tolleranza e verità. (...) La globalizzazione dell'inquietudine e della disperazione richiede la globalizzazione della salvezza e della speranza. I leader religiosi sono chiamati a un ministero di pace e di riconciliazione".
SE/SETTIMA CONGREGAZIONE/... VIS 20081010 (1090)
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