CITTA' DEL VATICANO, 9 FEB. 2008 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto oggi in Vaticano i partecipanti al Convegno Internazionale "Donna e uomo, l'humanum nella sua interezza", promosso dal Pontificio Consiglio per i Laici in occasione del ventesimo anniversario della pubblicazione della Lettera apostolica di Giovanni Paolo II, "Mulieris dignitatem".
"Il rapporto uomo-donna nella rispettiva specificità, reciprocità e complementarità costituisce senz'altro un punto centrale della 'questione antropologica', così decisiva nella cultura contemporanea", ha detto il Papa ricordando i numerosi documenti che la Chiesa ha dedicato al tema, dalla "Mulieris dignitatem" alla "Lettera alle donne" di Giovanni Paolo II (1995), alla "Lettera ai Vescovi della Chiesa cattolica sulla collaborazione dell'uomo e della donna nella Chiesa e nel mondo", della Congregazione per la Dottrina della Fede.
"Nella 'Mulieris dignitatem', Giovanni Paolo II ha voluto approfondire le verità antropologiche fondamentali dell'uomo e della donna, l'uguaglianza in dignità e l'unità dei due, la radicata e profonda diversità tra il maschile e il femminile e la loro vocazione alla reciprocità e alla complementarità, alla collaborazione e alla comunione. Questa unità-duale dell'uomo e della donna si basa sul fondamento della dignità di ogni persona, creata a immagine e somiglianza di Dio, il quale 'maschio e femmina li creò', evitando tanto una uniformità indistinta e una uguaglianza appiattita e impoverente quanto una differenza abissale e conflittuale".
"Quando, pertanto, l'uomo o la donna pretendono di essere autonomi e totalmente auto-sufficienti, rischiano di restare rinchiusi in un'auto-realizzazione che considera come conquista di libertà il superamento di ogni vincolo naturale, sociale o religioso, ma che di fatto li riduce a una solitudine opprimente".
Il Santo Padre ha insistito sulla necessità di una "rinnovata ricerca antropologica che, sulla base della grande tradizione cristiana, incorpori i nuovi progressi della scienza e il dato delle odierne sensibilità culturali, contribuendo in tal modo ad approfondire non solo l'identità femminile ma anche quella maschile, essa pure oggetto non raramente di riflessioni parziali e ideologiche".
Ricordando l'apertura dei lavori della V Conferenza Generale dell'Episcopato Latino Americano e dei Carabi (2007), il Santo Padre ha affermato come "persista ancora una mentalità maschilista, che ignora la novità del cristianesimo, il quale riconosce e proclama l'uguale dignità e responsabilità della donna rispetto all'uomo".
"Ci sono luoghi e culture dove la donna viene discriminata o sottovalutata per il solo fatto di essere donna, dove si fa ricorso persino ad argomenti religiosi e a pressioni familiari, sociali e culturali per sostenere la disparità dei sessi, dove si consumano atti di violenza nei confronti della donna rendendola oggetto di maltrattamenti e di sfruttamento nella pubblicità e nell'industria del consumo e del divertimento".
"Dinanzi a fenomeni così gravi e persistenti" - ha proseguito il Pontefice - "ancor più urgente appare l'impegno dei cristiani perché diventino dovunque promotori di una cultura che riconosce alla donna, nel diritto e nella realtà dei fatti, la dignità che le compete".
"Dio affida alla donna e all'uomo, secondo le proprie peculiarità, una specifica vocazione e missione nella Chiesa e nel mondo. Penso qui alla famiglia" - ha affermato il Santo Padre - "comunità di amore aperto alla vita, cellula fondamentale della società. In essa la donna e l'uomo, grazie al dono della maternità e della paternità, svolgono insieme un ruolo insostituibile nei confronti della vita".
"Sin dal loro concepimento i figli hanno il diritto di poter contare sul padre e sulla madre che si prendano cura di loro e li accompagnino nella loro crescita. Lo Stato, da parte sua, deve appoggiare con adeguate politiche sociali tutto ciò che promuove la stabilità e l'unità del matrimonio, la dignità e la responsabilità dei coniugi, il loro diritto e compito insostituibile di educatori degli figli".
Il Santo Padre ha concluso il suo discorso invocando "la materna intercessione di Maria, perché aiuti le donne del nostro tempo a realizzare la loro vocazione e la loro missione nella comunità ecclesiale e civile".
AC/DONNA/.../CON-L VIS 20080212 (640)
"Il rapporto uomo-donna nella rispettiva specificità, reciprocità e complementarità costituisce senz'altro un punto centrale della 'questione antropologica', così decisiva nella cultura contemporanea", ha detto il Papa ricordando i numerosi documenti che la Chiesa ha dedicato al tema, dalla "Mulieris dignitatem" alla "Lettera alle donne" di Giovanni Paolo II (1995), alla "Lettera ai Vescovi della Chiesa cattolica sulla collaborazione dell'uomo e della donna nella Chiesa e nel mondo", della Congregazione per la Dottrina della Fede.
"Nella 'Mulieris dignitatem', Giovanni Paolo II ha voluto approfondire le verità antropologiche fondamentali dell'uomo e della donna, l'uguaglianza in dignità e l'unità dei due, la radicata e profonda diversità tra il maschile e il femminile e la loro vocazione alla reciprocità e alla complementarità, alla collaborazione e alla comunione. Questa unità-duale dell'uomo e della donna si basa sul fondamento della dignità di ogni persona, creata a immagine e somiglianza di Dio, il quale 'maschio e femmina li creò', evitando tanto una uniformità indistinta e una uguaglianza appiattita e impoverente quanto una differenza abissale e conflittuale".
"Quando, pertanto, l'uomo o la donna pretendono di essere autonomi e totalmente auto-sufficienti, rischiano di restare rinchiusi in un'auto-realizzazione che considera come conquista di libertà il superamento di ogni vincolo naturale, sociale o religioso, ma che di fatto li riduce a una solitudine opprimente".
Il Santo Padre ha insistito sulla necessità di una "rinnovata ricerca antropologica che, sulla base della grande tradizione cristiana, incorpori i nuovi progressi della scienza e il dato delle odierne sensibilità culturali, contribuendo in tal modo ad approfondire non solo l'identità femminile ma anche quella maschile, essa pure oggetto non raramente di riflessioni parziali e ideologiche".
Ricordando l'apertura dei lavori della V Conferenza Generale dell'Episcopato Latino Americano e dei Carabi (2007), il Santo Padre ha affermato come "persista ancora una mentalità maschilista, che ignora la novità del cristianesimo, il quale riconosce e proclama l'uguale dignità e responsabilità della donna rispetto all'uomo".
"Ci sono luoghi e culture dove la donna viene discriminata o sottovalutata per il solo fatto di essere donna, dove si fa ricorso persino ad argomenti religiosi e a pressioni familiari, sociali e culturali per sostenere la disparità dei sessi, dove si consumano atti di violenza nei confronti della donna rendendola oggetto di maltrattamenti e di sfruttamento nella pubblicità e nell'industria del consumo e del divertimento".
"Dinanzi a fenomeni così gravi e persistenti" - ha proseguito il Pontefice - "ancor più urgente appare l'impegno dei cristiani perché diventino dovunque promotori di una cultura che riconosce alla donna, nel diritto e nella realtà dei fatti, la dignità che le compete".
"Dio affida alla donna e all'uomo, secondo le proprie peculiarità, una specifica vocazione e missione nella Chiesa e nel mondo. Penso qui alla famiglia" - ha affermato il Santo Padre - "comunità di amore aperto alla vita, cellula fondamentale della società. In essa la donna e l'uomo, grazie al dono della maternità e della paternità, svolgono insieme un ruolo insostituibile nei confronti della vita".
"Sin dal loro concepimento i figli hanno il diritto di poter contare sul padre e sulla madre che si prendano cura di loro e li accompagnino nella loro crescita. Lo Stato, da parte sua, deve appoggiare con adeguate politiche sociali tutto ciò che promuove la stabilità e l'unità del matrimonio, la dignità e la responsabilità dei coniugi, il loro diritto e compito insostituibile di educatori degli figli".
Il Santo Padre ha concluso il suo discorso invocando "la materna intercessione di Maria, perché aiuti le donne del nostro tempo a realizzare la loro vocazione e la loro missione nella comunità ecclesiale e civile".
AC/DONNA/.../CON-L VIS 20080212 (640)
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