CITTA' DEL VATICANO, 21 NOV. 2007 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha dedicato la catechesi dell'Udienza Generale odierna, tenutasi in Piazza San Pietro con la partecipazione di circa 15.000 persone, ad Afraate, conosciuto col soprannome di "Saggio", una delle figure più importanti del cristianesimo siriaco del IV secolo.
"Le comunità siriache del IV secolo rappresentano" - ha spiegato il Santo Padre - "il mondo semitico da cui è uscita la Bibbia stessa, e sono espressione di un cristianesimo la cui formulazione teologica non è ancora entrata in contatto con correnti culturali diverse, ma vive in forme proprie di pensiero. Sono Chiese in cui l'ascetismo sotto varie forme eremitiche (...), e il monachesimo sotto forme di vita comunitaria, esercitano un ruolo di vitale importanza nello sviluppo del pensiero teologico e spirituale".
"Aafrate" - ha detto il Santo Padre - "era originario di una comunità ecclesiale che si trovava alla frontiera tra il giudaismo ed il cristianesimo. Era una comunità molto legata alla Chiesa-madre di Gerusalemme (...) che cercava di restare fedele alla tradizione giudeo-cristiana, di cui si sentiva figlia".
"Significativamente Afraate si definisce 'discepolo della Sacra Scrittura' (...), che considera sua unica fonte di ispirazione. (...) Diversi sono gli argomenti che Afraate sviluppa nella sue 'Esposizioni'. Fedele alla tradizione siriaca, spesso presenta la salvezza operata da Cristo come una guarigione e, quindi, Cristo stesso come medico. Il peccato, invece, è visto come una ferita, che solo la penitenza può risanare. (...) Un altro aspetto importante nell'opera di Afraate è il suo insegnamento sulla preghiera, e in modo speciale su Cristo come maestro di preghiera".
"Per Afraate la vita cristiana" - ha proseguito il Pontefice - "è incentrata nell'imitare Cristo, nel prendere il suo giogo e nel seguirlo sulla via del Vangelo. Una delle virtù che più conviene al discepolo di Cristo è l'umiltà. Essa non è un aspetto secondario nella vita spirituale del cristiano: la natura dell'uomo è umile, ed è Dio che la esalta alla sua stessa gloria. (...) Restando umile, anche nella realtà terrena in cui vive, il cristiano può entrare in relazione col Signore".
"La visione che Afraate ha dell'uomo e della sua realtà corporale è molto positiva: il corpo umano, sull'esempio di Cristo umile, è chiamato alla bellezza, alla gioia, alla luce. (...) La fede (...) rende possibile una carità sincera, che si esprime nell'amore verso Dio e verso il prossimo".
"Un altro aspetto importante in Afraate" - ha ricordato ancora il Santo Padre - "è il digiuno, che è da lui inteso in senso ampio. Egli parla del digiuno dal cibo come di pratica necessaria per essere caritatevole e vergine, del digiuno costituito dalla continenza in vista della santità, del digiuno dalle parole vane o detestabili, del digiuno dalla collera, del digiuno dalla proprietà di beni".
Concludendo la catechesi, Benedetto XVI si è ulteriormente soffermato sull'insegnamento del Saggio siriaco sulla preghiera, la quale "si realizza quando Cristo abita nel cuore del cristiano, e lo invita a un impegno coerente di carità verso il prossimo".
AG/AFRAATE/... VIS 20071121 (500)
"Le comunità siriache del IV secolo rappresentano" - ha spiegato il Santo Padre - "il mondo semitico da cui è uscita la Bibbia stessa, e sono espressione di un cristianesimo la cui formulazione teologica non è ancora entrata in contatto con correnti culturali diverse, ma vive in forme proprie di pensiero. Sono Chiese in cui l'ascetismo sotto varie forme eremitiche (...), e il monachesimo sotto forme di vita comunitaria, esercitano un ruolo di vitale importanza nello sviluppo del pensiero teologico e spirituale".
"Aafrate" - ha detto il Santo Padre - "era originario di una comunità ecclesiale che si trovava alla frontiera tra il giudaismo ed il cristianesimo. Era una comunità molto legata alla Chiesa-madre di Gerusalemme (...) che cercava di restare fedele alla tradizione giudeo-cristiana, di cui si sentiva figlia".
"Significativamente Afraate si definisce 'discepolo della Sacra Scrittura' (...), che considera sua unica fonte di ispirazione. (...) Diversi sono gli argomenti che Afraate sviluppa nella sue 'Esposizioni'. Fedele alla tradizione siriaca, spesso presenta la salvezza operata da Cristo come una guarigione e, quindi, Cristo stesso come medico. Il peccato, invece, è visto come una ferita, che solo la penitenza può risanare. (...) Un altro aspetto importante nell'opera di Afraate è il suo insegnamento sulla preghiera, e in modo speciale su Cristo come maestro di preghiera".
"Per Afraate la vita cristiana" - ha proseguito il Pontefice - "è incentrata nell'imitare Cristo, nel prendere il suo giogo e nel seguirlo sulla via del Vangelo. Una delle virtù che più conviene al discepolo di Cristo è l'umiltà. Essa non è un aspetto secondario nella vita spirituale del cristiano: la natura dell'uomo è umile, ed è Dio che la esalta alla sua stessa gloria. (...) Restando umile, anche nella realtà terrena in cui vive, il cristiano può entrare in relazione col Signore".
"La visione che Afraate ha dell'uomo e della sua realtà corporale è molto positiva: il corpo umano, sull'esempio di Cristo umile, è chiamato alla bellezza, alla gioia, alla luce. (...) La fede (...) rende possibile una carità sincera, che si esprime nell'amore verso Dio e verso il prossimo".
"Un altro aspetto importante in Afraate" - ha ricordato ancora il Santo Padre - "è il digiuno, che è da lui inteso in senso ampio. Egli parla del digiuno dal cibo come di pratica necessaria per essere caritatevole e vergine, del digiuno costituito dalla continenza in vista della santità, del digiuno dalle parole vane o detestabili, del digiuno dalla collera, del digiuno dalla proprietà di beni".
Concludendo la catechesi, Benedetto XVI si è ulteriormente soffermato sull'insegnamento del Saggio siriaco sulla preghiera, la quale "si realizza quando Cristo abita nel cuore del cristiano, e lo invita a un impegno coerente di carità verso il prossimo".
AG/AFRAATE/... VIS 20071121 (500)
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