CITTA' DEL VATICANO, 13 DIC. 2005 (VIS). È stato pubblicato oggi il primo Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la celebrazione della Giornata Mondiale della Pace (1 gennaio 2006). Il testo è stato tradotto in inglese, francese, spagnolo, italiano, tedesco e portoghese.
Di seguito riportiamo alcuni estratti del Messaggio:
"Vorrei subito rendere un sincero tributo di gratitudine ai miei Predecessori, i grandi Pontefici Paolo VI e Giovanni Paolo II, illuminati operatori di pace. (...) A più riprese, quali infaticabili messaggeri del Vangelo, essi hanno invitato ogni persona a ripartire da Dio per poter promuovere una pacifica convivenza in tutte le regioni della terra. Nella scia di questo nobilissimo insegnamento si colloca il mio primo Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace: con esso desidero ancora una volta confermare la ferma volontà della Santa Sede di continuare a servire la causa della pace".
"Il nome stesso di Benedetto, che ho scelto il giorno dell'elezione alla Cattedra di Pietro, sta ad indicare il mio convinto impegno in favore della pace. Ho inteso, infatti, riferirmi sia al Santo Patrono d'Europa, ispiratore di una civilizzazione pacificatrice nell'intero Continente, sia al Papa Benedetto XV, che condannò la Prima Guerra Mondiale come 'inutile strage' e si adoperò perché da tutti venissero riconosciute le superiori ragioni della pace."
"Il tema di riflessione di quest'anno - 'Nella verità, la pace' - esprime la convinzione che, dove e quando l'uomo si lascia illuminare dallo splendore della verità, intraprende quasi naturalmente il cammino della pace".
"La pace non può essere ridotta a semplice assenza di conflitti armati, ma va compresa come 'il frutto dell'ordine impresso nella società umana dal suo divino Fondatore'. (...) Quale risultato di un ordine disegnato e voluto dall'amore di Dio, la pace possiede una sua intrinseca e invincibile verità e corrisponde 'ad un anelito e ad una speranza che vivono in noi indistruttibili'".
"Quando viene a mancare l'adesione all'ordine trascendente delle cose, come pure il rispetto di quella 'grammatica' del dialogo che è la legge morale universale, scritta nel cuore dell'uomo, quando viene ostacolato e impedito lo sviluppo integrale della persona e la tutela dei suoi diritti fondamentali, quando tanti popoli sono costretti a subire ingiustizie e disuguaglianze intollerabili, come si può sperare nella realizzazione del bene della pace? Vengono infatti meno quegli elementi essenziali che danno forma alla verità di tale bene".
"E allora, chi e che cosa può impedire la realizzazione della pace? A questo proposito, la Sacra Scrittura mette in evidenza nel suo primo Libro, la 'Genesi', la menzogna, pronunciata all'inizio della storia dall'essere dalla lingua biforcuta, qualificato dall'evangelista Giovanni come 'padre della menzogna' (Gv 8,44). (...) Alla menzogna è legato il dramma del peccato con le sue conseguenze perverse, che hanno causato e continuano a causare effetti devastanti nella vita degli individui e delle nazioni. Basti pensare a quanto è successo nel secolo scorso, quando aberranti sistemi ideologici e politici hanno mistificato in modo programmato la verità ed hanno condotto allo sfruttamento ed alla soppressione di un numero impressionante di uomini e di donne, sterminando addirittura intere famiglie e comunità. Come non restare seriamente preoccupati, dopo tali esperienze, di fronte alle menzogne del nostro tempo, che fanno da cornice a minacciosi scenari di morte in non poche regioni del mondo? L'autentica ricerca della pace deve partire dalla consapevolezza che il problema della verità e della menzogna riguarda ogni uomo e ogni donna, e risulta essere decisivo per un futuro pacifico del nostro pianeta".
"Occorre ricuperare la consapevolezza di essere accomunati da uno stesso destino, in ultima istanza trascendente, per poter valorizzare al meglio le proprie differenze storiche e culturali, senza contrapporsi ma coordinandosi con gli appartenenti alle altre culture. Sono queste semplici verità a rendere possibile la pace".
"La verità della pace chiama tutti a coltivare relazioni feconde e sincere, stimola a ricercare ed a percorrere le strade del perdono e della riconciliazione, ad essere trasparenti nelle trattazioni e fedeli alla parola data".
"La Comunità Internazionale si è dotata di un diritto internazionale umanitario per limitare al massimo, soprattutto per le popolazioni civili, le conseguenze devastanti della guerra. In molteplici circostanze e in diverse modalità, la Santa Sede ha espresso il suo sostegno a tale diritto umanitario, incoraggiandone il rispetto e la pronta attuazione, convinta che esiste, anche nella guerra, la verità della pace".
"Il diritto internazionale umanitario è da annoverare tra le espressioni più felici ed efficaci delle esigenze che promanano dalla verità della pace. Proprio per questo il rispetto di tale diritto si impone come un dovere per tutti i popoli. Ne va apprezzato il valore ed occorre garantirne la corretta applicazione, aggiornandolo con norme puntuali, capaci di fronteggiare i mutevoli scenari degli odierni conflitti armati, nonché l'utilizzo di sempre nuovi e più sofisticati armamenti".
"Al giorno d'oggi, la verità della pace continua ad essere compromessa e negata, in modo drammatico, dal terrorismo che, con le sue minacce ed i suoi atti criminali, è in grado di tenere il mondo in stato di ansia e di insicurezza".
"Non solo il nichilismo, ma anche il fanatismo religioso, oggi spesso denominato fondamentalismo, può ispirare e alimentare propositi e gesti terroristici. Intuendo fin dall'inizio il dirompente pericolo che il fondamentalismo fanatico rappresenta, Giovanni Paolo II lo stigmatizzò duramente, mettendo in guardia dalla pretesa di imporre con la violenza, anziché di proporre alla libera accettazione degli altri la propria convinzione circa la verità".
"Il nichilismo e il fondamentalismo si trovano accomunati da un pericoloso disprezzo per l'uomo e per la sua vita e, in ultima analisi, per Dio stesso. (...) Nell'analizzare le cause del fenomeno contemporaneo del terrorismo è auspicabile che, oltre alle ragioni di carattere politico e sociale, si tengano presenti anche le più profonde motivazioni culturali, religiose ed ideologiche".
"Dinanzi ai rischi che l'umanità vive in questa nostra epoca, è compito di tutti i cattolici intensificare, in ogni parte del mondo, l'annuncio e la testimonianza del 'Vangelo della pace', proclamando che il riconoscimento della piena verità di Dio è condizione previa e indispensabile per il consolidamento della verità della pace".
"La storia ha ampiamente dimostrato che fare guerra a Dio per estirparlo dal cuore degli uomini porta l'umanità, impaurita e impoverita, verso scelte che non hanno futuro. Ciò deve spronare i credenti in Cristo a farsi testimoni convincenti del Dio che è inseparabilmente verità e amore, mettendosi al servizio della pace, in un'ampia collaborazione ecumenica e con le altre religioni, come pure con tutti gli uomini di buona volontà".
"Guardando all'attuale contesto mondiale, possiamo registrare con piacere alcuni promettenti segnali nel cammino della costruzione della pace. Penso, ad esempio, al calo numerico dei conflitti armati. (...) Sono segnali consolanti, che chiedono di essere confermati e consolidati attraverso una concorde ed infaticabile azione, soprattutto da parte della Comunità Internazionale e dei suoi Organi, preposti a prevenire i conflitti e a dare soluzione pacifica a quelli in atto".
"Tutto ciò non deve indurre però ad un ingenuo ottimismo. Non si può infatti dimenticare che, purtroppo, proseguono ancora sanguinosi conflitti fratricidi e guerre devastanti che seminano in vaste zone della terra lacrime e morte".
"Le autorità che, invece di porre in atto quanto è in loro potere per promuovere efficacemente la pace, fomentano nei cittadini sentimenti di ostilità verso altre nazioni, si caricano di una gravissima responsabilità".
"Che dire poi dei governi che contano sulle armi nucleari per garantire la sicurezza dei loro Paesi? Insieme ad innumerevoli persone di buona volontà, si può affermare che tale prospettiva, oltre che essere funesta, è del tutto fallace. In una guerra nucleare non vi sarebbero, infatti, dei vincitori, ma solo delle vittime. La verità della pace richiede che tutti - sia i governi che in modo dichiarato o occulto possiedono armi nucleari, sia quelli che intendono procurarsele -, invertano congiuntamente la rotta con scelte chiare e ferme, orientandosi verso un progressivo e concordato disarmo nucleare. Le risorse in tal modo risparmiate potranno essere impiegate in progetti di sviluppo a vantaggio di tutti gli abitanti e, in primo luogo, dei più poveri".
"A questo proposito, non si possono non registrare con rammarico i dati di un aumento preoccupante delle spese militari e del sempre prospero commercio delle armi, mentre ristagna nella palude di una quasi generale indifferenza il processo politico e giuridico messo in atto dalla Comunità Internazionale per rinsaldare il cammino del disarmo".
"L'auspicio che sale dal profondo del cuore è che la Comunità Internazionale sappia ritrovare il coraggio e la saggezza di rilanciare in maniera convinta e congiunta il disarmo, dando concreta applicazione al diritto alla pace, che è di ogni uomo e di ogni popolo".
"I primi a trarre vantaggio da una decisa scelta per il disarmo saranno i Paesi poveri, che reclamano giustamente, dopo tante promesse, l'attuazione concreta del diritto allo sviluppo".
"La Chiesa cattolica, nel confermare la propria fiducia nell'Organizzazione delle Nazioni Unite, ne auspica un rinnovamento istituzionale ed operativo che la metta in grado di rispondere alle mutate esigenze dell'epoca odierna, segnata dal vasto fenomeno della globalizzazione. L'Organizzazione delle Nazioni Unite deve divenire uno strumento sempre più efficiente nel promuovere nel mondo i valori della giustizia, della solidarietà e della pace".
"È necessario che ogni comunità si impegni in un'intensa e capillare opera di educazione e di testimonianza che faccia crescere in ciascuno la consapevolezza dell'urgenza di scoprire sempre più a fondo la verità della pace. Chiedo al tempo stesso che si intensifichi la preghiera, perché la pace è anzitutto dono di Dio da implorare incessantemente".
MESS/GIORNATA MONDIALE PACE 2006/... VIS 20051213 (1580)
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