CITTA' DEL VATICANO, 15 DIC. 2004 (VIS). Questa mattina, presso la "Casa Internazionale Paolo VI", l'Arcivescovo John P. Foley, Presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, ha tenuto l'omelia per la Santa Messa celebrata in occasione dell'Incontro del "Signis International".
Il Signis, organizzazione non governativa alla quale sono associati membri di 140 paesi, come l'Associazione Cattolica Mondiale per le Comunicazioni, raggruppa professionisti della radio, televisione, cinema, video e Internet. La fusione nel 2001, dell'UNDA (radio e televisione) e dell'OCIC (cinema ed audiovisivi), ha dato vita al SIGNIS International.
"È un privilegio operare nel campo delle comunicazioni" - ha detto l'Arcivescovo Foley - "avere come lavoro quotidiano la responsabilità di far conoscere Cristo mediante i mezzi di comunicazione. È un privilegio, ma anche una responsabilità. Saremo giudicati dal nostro lavoro. Quanto bene facciamo il nostro lavoro? Con quanta dedizione? Con che livello qualitativo? Con quanto amore?".
L'Arcivescovo ha affermato che per essere buoni operatori della comunicazione: "Dobbiamo riaffermare la nostra fede nel Verbo che si fece carne, Gesù Cristo. Dobbiamo sforzarci di vivere nella nostra vita l'esempio di Gesù Cristo - non solo per la nostra salvezza e santificazione, ma anche perché il messaggio che trasmettiamo sia più prontamente recepito, poiché il messaggero è più credibile. Infine, mentre ci adoperiamo per migliorare i programmi, per elevare il livello morale nei media, per una migliore legislazione, per garantire l'accesso ai media dei messaggi di natura religiosa e spirituale, il lavoro più importante che dobbiamo compiere, nell'ambito della comunicazione, è trasmettere il messaggio del Verbo che si fece carne, dell'Emanuele, del 'Dio con noi'".
CON-CS/SIGNIS/FOLEY VIS 20041215 (300)
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