CITTA' DEL VATICANO, 29 OTT. 2004 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto il Signor Mohammad Javad Faridzadeh, nuovo Ambasciatore della Repubblica Islamica dell'Iran, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali.
Il Papa ha fatto riferimento alla preoccupazione dell'Iran davanti "al deteriorarsi della situazione internazionale e di fronte alle minacce che, a diversi livelli, gravano sull'umanità" ed ha affermato che per "giungere ad un ordine internazionale equilibrato" è necessario "l'impegno degli Stati a dotarsi di strumenti stabili, efficaci e riconosciuti, come l'Organizzazione delle Nazioni Unite e le altre Organizzazioni internazionali. Quest'azione a favore della pace implica anche un'azione coraggiosa contro il terrorismo e per costruire un mondo nel quale tutti possano riconoscersi figli dello stesso Dio Onnipotente e misericordioso".
"Da parte sua, la Santa Sede" - ha proseguito il Papa - "non lesinerà sforzi per convincere i responsabili degli Stati a rinunciare in ogni occasione alla violenza o alla forza e a fare sempre prevalere il negoziato come mezzo per superare i dissidi e i conflitti che possono sorgere tra le nazioni, i gruppi e gli individui".
Giovanni Paolo II, riprendendo le parole dell'Ambasciatore, ha riaffermato il dovere come credenti di annunciare "i valori fondamentali espressi nella religione, che garantiscono, attraverso la legge naturale, segno dell'impronta di Dio nell'uomo, la dignità di ogni persona umana e che regolano i rapporti degli uomini con i loro simili. Come ho tante volte ricordato, i fedeli cattolici, da parte loro, si preoccupano in ogni circostanza di rendere testimonianza a favore di una cultura della vita, che rispetti l'essere umano dal suo concepimento fino alla sua morte naturale, e che garantisca la difesa dei suoi diritti e dei suoi doveri imprescindibili. Fra questi diritti fondamentali figura in primo piano il diritto alla libertà religiosa".
"La Santa Sede" - ha ribadito il Santo Padre - "conta sul sostegno della Autorità iraniane per permettere ai fedeli della Chiesa cattolica presenti in Iran, come agli altri cristiani, la libertà di professare la loro religione e per favorire il riconoscimento della personalità giuridica delle istituzioni ecclesiastiche, agevolando così il loro lavoro in seno alla società iraniana. Di fatto, la libertà di culto non è che un aspetto della libertà religiosa, che deve essere la stessa per tutti i cittadini di un Paese".
Il Papa ha concluso il suo discorso ribadendo la necessità che sussista "la possibilità effettiva per ognuno, nel rispetto delle leggi del Paese, di esprimere liberamente le proprie convinzioni religiose, di riunirsi con i propri fratelli per celebrare il culto dovuto a Dio, come anche di garantire, attraverso la catechesi, la trasmissione dell'insegnamento religioso ai bambini, e il suo approfondimento presso i giovani e gli adulti".
CD/LETTERE CREDENZIALI/IRAN:FARIDZADEH VIS 20041029 (450)
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