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venerdì 14 maggio 2004

ISTRUZIONE "LA CARITÀ DI CRISTO VERSO I MIGRANTI"


CITTA' DEL VATICANO, 14 MAG. 2004 (VIS). Questa mattina ha avuto luogo nella Sala Stampa della Santa Sede la Conferenza Stampa di presentazione dell'Istruzione del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti "Erga migrantes caritas Christi", (La carità di Cristo verso i migranti).

Il Santo Padre Giovanni Paolo II ha approvato l'Istruzione in data 1° maggio, memoria di San Giuseppe Lavoratore, e ne ha autorizzato la pubblicazione in lingua inglese, spagnola, tedesca, francese, italiana e portoghese. Il Documento recante la firma del Cardinale Stephen Fumio Hamao, Prefetto del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti e dell'Arcivescovo Agostino Marchetto, Segretario del medesimo Dicastero, si compone di un'Introduzione, di quattro Parti, di una Conclusione e di un'Appendice.

L'introduzione esamina il tema: "Il fenomeno migratorio oggi"; la Parte I si intitola: "Le migrazioni, segno dei tempi e sollecitudine della Chiesa"; la Parte II: "Migranti e pastorale d'accoglienza"; la Parte III: "Operatori di una pastorale di comunione"; la Parte IV: "Strutture di pastorale missionaria", la Conclusione ha per titolo: "Universalità di missione". Infine l'Appendice "Ordinamento giuridico-pastorale" esamina i doveri degli agenti della pastorale e dei vari organismi ecclesiali incaricati della pastorale dei migranti.

Il Cardinale Fumio Hamao e l'Arcivescovo Marchetto scrivono nella Presentazione che l'Istruzione "intende aggiornare la pastorale migratoria - tenendo conto appunto dei nuovi flussi migratori e delle loro caratteristiche -, passati ormai trentacinque anni dalla pubblicazione del 'Motu proprio' di Papa Paolo VI 'Pastoralis migratorum cura' e dalla relativa Istruzione della Sacra Congregazione per i Vescovi 'De pastorali migratorum cura ('Nemo est')".

"La composizione delle migrazioni odierne" - si legge ancora nella Presentazione - "impone inoltre la necessità di una visione ecumenica di tale fenomeno, a causa della presenza di molti migranti cristiani non in piena comunione con la Chiesa Cattolica, e del dialogo interreligioso, a motivo del numero sempre più consistente di migranti di altre religioni, in particolare di quella musulmana, in terre tradizionalmente cattoliche, e viceversa".

Inoltre si sottolinea l'esigenza di "promuovere un'azione pastorale fedele e allo stesso tempo aperta a nuovi sviluppi anche per quanto riguarda le nostre stesse strutture pastorali, che dovranno essere atte a garantire la comunione tra Operatori pastorali specifici e la Gerarchia locale di accoglienza, la quale rimane l'istanza decisiva della sollecitudine ecclesiale verso i migranti".

Il fenomeno migratorio "solleva il problema etico della ricerca di un nuovo ordine economico internazionale per una più equa distribuzione dei beni della terra, nella visione della comunità internazionale come famiglia di popoli, con applicazione del Diritto Internazionale".

"Altre istanze - come la necessità della 'inculturazione', la visione di Chiesa intesa come comunione, missione e Popolo di Dio, la sempre attuale importanza di una pastorale specifica per i migranti, l'impegno dialogico-missionario di tutti i membri del Corpo mistico di Cristo e il conseguente dovere di una cultura dell'accoglienza e della solidarietà nei confronti dei migranti - introducono l'analisi di quelle specificatamente pastorali a cui rispondere, rispettivamente nel caso dei migranti cattolici, sia di rito latino che di rito orientale, di quelli appartenenti ad altre Chiese e Comunità ecclesiali, ad altre religioni in genere, e all'Islam in specie".

Il Presidente ed il Segretario del Pontificio Consiglio scrivono inoltre: "Viene poi ulteriormente precisata, o ribadita, la configurazione, pastorale e giuridica, degli Operatori pastorali - in particolare dei Cappellani/Missionari e dei loro Coordinatori nazionali, dei presbiteri diocesani/eparchiali, di quelli religiosi, con i loro Fratelli, delle Religiose, dei Laici, delle loro Associazioni e dei Movimenti ecclesiali - il cui impegno apostolico è visto e considerato nella visione di una pastorale di comunione, d'insieme".

"L'integrazione delle strutture pastorali (quelle già acquisite e quelle proposte), e l'inserimento ecclesiale dei migranti nella pastorale ordinaria, - con pieno rispetto della loro legittima diversità e del loro patrimonio spirituale e culturale, in vista anche della formazione di una pastorale che il Documento prospetta e propone alle Chiese particolari. Tale integrazione è condizione essenziale perché la pastorale, per e con i migranti, possa diventare espressione significativa della Chiesa universale e 'missio ad gentes'".

L'Istruzione si conclude con lo "Ordinamento giuridico-pastorale" che richiama "compiti, incombenze e ruoli degli Operatori pastorali e dei vari Organismi ecclesiali preposti alla pastorale migratoria".

Documento integrale.
…/ISTRUZIONE MIGRANTI/CON-SM VIS 20040514 (700)

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