CITTA' DEL VATICANO, 14 GEN. 2004 (VIS). Nell'Udienza Generale di oggi, tenutasi nell'Aula Paolo VI, il Santo Padre Giovanni Paolo II ha ripreso la catechesi sulla Liturgia dei Vespri. Il tema di oggi è stato il Cantico della Prima Lettera di Pietro che "si sofferma sulla Passione redentrice di Cristo, già preannunciata al momento del Battesimo al Giordano".
"Gesù" - ha detto il Santo Padre - "si rivela fin dall'inizio dell'attività pubblica il 'Figlio prediletto', nel quale il Padre si è compiaciuto, e il vero 'Servo di Jahweh', che libera l'uomo dal peccato attraverso la sua Passione e la morte sulla Croce".
Giovanni Paolo II ha sottolineato che Cristo "ci appare come il modello da contemplare e imitare, il 'programma', (…) da realizzare, l'esempio da seguire senza esitazione, conformandoci alle sue scelte. (…) L'inno petrino delinea una sintesi mirabile della passione di Cristo, modulata sulle parole e le immagini isaiane applicate alla figura del Servo sofferente, riletta in chiave messianica dalla tradizione cristiana antica".
"Il silenzio paziente del Signore" - ha proseguito il Pontefice - "non è solo un atto di coraggio e di generosità. È anche un gesto di fiducia nei confronti del Padre. (…) La sua è una fiducia totale e perfetta nella giustizia divina che guida la storia verso il trionfo dell'innocente".
Il Papa ha affermato ancora: "Si giunge al vertice del racconto della Passione che evidenzia il valore salvifico dell'atto supremo della donazione di Cristo: 'Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia".
"Per questa via anche noi" - ha concluso il Papa - "liberati dall'uomo vecchio, col suo male e la sua miseria, possiamo 'vivere per la giustizia', cioè in santità".
AG/CANTICO SAN PIETRO/… VIS 20040114 (300)
"Gesù" - ha detto il Santo Padre - "si rivela fin dall'inizio dell'attività pubblica il 'Figlio prediletto', nel quale il Padre si è compiaciuto, e il vero 'Servo di Jahweh', che libera l'uomo dal peccato attraverso la sua Passione e la morte sulla Croce".
Giovanni Paolo II ha sottolineato che Cristo "ci appare come il modello da contemplare e imitare, il 'programma', (…) da realizzare, l'esempio da seguire senza esitazione, conformandoci alle sue scelte. (…) L'inno petrino delinea una sintesi mirabile della passione di Cristo, modulata sulle parole e le immagini isaiane applicate alla figura del Servo sofferente, riletta in chiave messianica dalla tradizione cristiana antica".
"Il silenzio paziente del Signore" - ha proseguito il Pontefice - "non è solo un atto di coraggio e di generosità. È anche un gesto di fiducia nei confronti del Padre. (…) La sua è una fiducia totale e perfetta nella giustizia divina che guida la storia verso il trionfo dell'innocente".
Il Papa ha affermato ancora: "Si giunge al vertice del racconto della Passione che evidenzia il valore salvifico dell'atto supremo della donazione di Cristo: 'Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia".
"Per questa via anche noi" - ha concluso il Papa - "liberati dall'uomo vecchio, col suo male e la sua miseria, possiamo 'vivere per la giustizia', cioè in santità".
AG/CANTICO SAN PIETRO/… VIS 20040114 (300)
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