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lunedì 8 settembre 2003

LA PACE SI COSTRUISCE CON IL DIALOGO E L'INCONTRO


CITTA' DEL VATICANO, 8 SET. 2003 (VIS). Oggi è stato reso pubblico il testo di un Messaggio del Santo Padre Giovanni Paolo II indirizzato al Cardinale Roger Etchegaray, Presidente emerito del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e ai Rappresentanti delle Chiese e Comunità Cristiane e delle grandi Religioni mondiali, che partecipano al XVII Incontro Internazionale di Preghiera per la Pace. Promosso come tutti gli anni dalla Comunità di Sant'Egidio, il tema dell'Incontro, in corso dal 7 al 9 settembre ad Aachen (Repubblica Federale di Germania), è: "Tra guerra e pace: religioni e culture si incontrano".

"Troppo poco in questi anni si è investito," - scrive Giovanni Paolo II nel Messaggio datato 5 settembre - "per difendere la pace e per sostenere il sogno di un mondo libero dalle guerre. Si è invece preferita la via dello sviluppo degli interessi particolari, profondendo ingenti ricchezze in altri modi, soprattutto per spese militari".

Ricordando che fra pochi giorni ricorre il secondo anniversario del tragico attentato alle "Torri Gemelle" di New York, il Santo Padre scrive: "Purtroppo, assieme alle Torri, sembrano esser crollate anche molte speranze di pace. Guerre e conflitti continuano a prosperare e ad avvelenare la vita di tanti popoli, soprattutto dei Paesi più poveri dell'Africa, dell'Asia e dell'America Latina. Penso alle decine di guerre ancora in atto e a quella 'guerra' diffusa che è rappresentata dal terrorismo".

"Quando potranno cessare tutti i conflitti? Quando i popoli potranno finalmente vedere un mondo pacificato?" - si chiede il Pontefice - "Non si facilita certo il processo di pace se si lasciano prosperare, con colpevole incoscienza, ingiustizie e disparità nel nostro pianeta. Spesso i Paesi poveri sono divenuti luoghi di disperazione e fucina di violenza. Noi non vogliamo accettare che la guerra domini la vita del mondo e dei popoli".

Il Santo Padre Giovanni Paolo II sottolinea che la città di Aachen, posta nel cuore del continente europeo, "parla delle sue antiche radici, a cominciare da quelle cristiane che (…) non sono una memoria di esclusivismo religioso, ma un fondamento di libertà, perché rendono l'Europa un crogiolo di culture e di esperienze differenti. È da queste radici antiche che i popoli europei hanno tratto la spinta che li ha condotti a toccare i confini della terra e a raggiungere le profondità dell'uomo, della sua intangibile dignità, della fondamentale uguaglianza di tutti, dell'universale diritto alla giustizia e alla pace".

"È mia convinzione che l'Europa" - scrive ancora il Pontefice - "ancorandosi saldamente alle sue radici, accelererà il processo di unione interna e offrirà il suo indispensabile contributo per il progresso e la pace tra tutti i popoli della terra".

Infine il Papa ribadisce che "c'è urgente bisogno di unità. Le genti di religioni e di culture diverse sono chiamate a scoprire la via dell'incontro e del dialogo. Unità non è uniformità. Ma la pace non si costruisce nella mutua ignoranza, bensì nel dialogo e nell'incontro. Questo è il segreto dell'Incontro di Aachen".
MESS/PACE:RELIGIONI/ETCHEGARAY VIS 20030908 (500)

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