CITTA' DEL VATICANO, 17 MAG. 2002 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto collettivamente le Lettere Credenziali di otto nuovi Ambasciatori presso la Santa Sede. Rivolgendosi a tutti i diplomatici in lingua francese, il Papa ha successivamente consegnato ad ognuno di essi un discorso nel quale sono esaminati i problemi specifici del loro Paese.
I nuovi Ambasciatori sono: il Signor Vladimir R. Korolev, della Bielorussia; il Signor Amadou Touré, del Niger; il Signor Frederik Vahlquist, della Svezia; il Signor Jullapong Nonsrichai, della Thailandia; il Signor Euloge Hinvi, del Benin; il Signor Abdelbasit Badawi Ali Elsanosi, del Sudan; il Signor Hörour H. Bjarnason, dell'Islanda e la Signora Dina Kowar, della Giordania.
"La pace" - ha detto il Papa - "deve essere la prima priorità in tutti i paesi ed in tutti i continenti, affinché cessino i conflitti armati, che non fanno che ipotecare l'avvenire delle nazioni e delle popolazioni, alcune delle quali sottoposte a condizioni di vita degradanti e indegne. Nessuno può disinteressarsi della sorte dei propri fratelli ed agire come se non ne fosse al corrente".
Giovanni Paolo II ha sottolineato che: "Indubbiamente vi sono due elementi essenziali sui quali conviene agire congiuntamente: il dialogo ed i negoziati fra i protagonisti, chiamati a vivere insieme sul medesimo territorio; e in secondo luogo, il fenomeno della globalizzazione ed il crescente divario fra nazioni ricche e nazioni povere, che crea disparità sempre più scandalose. La pace a lungo termine presuppone che i paesi meno avanzati beneficino della crescita economica e di aiuti adeguati. Primo obiettivo deve essere quello di sostenere le economie locali e formare le persone che domani saranno responsabili del futuro della loro comunità nazionale, affinché il loro Paese consegua la necessaria autonomia".
"La disparità fra i popoli ci pone in modo incessante interrogativi e deve essere, per tutti, oggetto di particolare attenzione. (…) In effetti la pace va di pari passo con l'eliminazione della povertà e delle diseguaglianze fra i popoli. Allo stesso tempo" - ha concluso il Pontefice - "essa prevede l'educazione per tutti. Le giovani generazioni, particolarmente sensibili alle situazioni drammatiche, hanno bisogno di segni forti perché le loro speranze non siano vane".
CD/LETTERE CREDENZIALI/… VIS 20020517 (380)
Nessun commento:
Posta un commento