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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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giovedì 16 gennaio 2014

L'ARCIVESCOVO TOMASI AL COMITATO DEI DIRITTI DEI FANCIULLI: LA SANTA SEDE E LE SUE ISTITUZIONI IMPEGNATE NELLA DIFESA DELLA DIGNITÀ INIVOLABILE DEL FANCIULLO

Città del Vaticano, 16 gennaio 2014 (VIS). Questa mattina, l'Arcivescovo Silvano Tomasi, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l'Ufficio delle Nazioni Unite ed Istituzioni Specializzate a Ginevra, ha preso la parola dinanzi al Comitato sulla Convenzione dei Diritti dei Fanciulli (CRC), presentando il rapporto periodico della Santa Sede sull'argomento.

"La protezione dei fanciulli rimane una importante preoccupazione della società contemporanea e della Santa Sede - ha detto il Presule - Le persone che commettono abusi si trovano fra i membri delle professioni più rispettate nel mondo, e disgraziatamente, includono membri del clero ed altro personale ecclesiastico. (...) Di fronte a questa realtà, la Santa Sede ha accuratamente definito politiche e procedure volte a contribuire ad eliminare tali abusi e a collaborare con le rispettive autorità statali nella lotta contro questo crimine. La Santa Sede è anche impegnata ad ascoltare attentamente le vittime di abusi e ad affrontare l'impatto che tali situazioni hanno sulle vittime di abusi e sulle loro famiglie. La grande maggioranza del personale ecclesiastico e delle istituzioni a livello locale hanno fornito e continuano a fornire un'ampia varietà di servizi ai fanciulli educandoli, sostenendo le loro famiglie e rispondendo alle loro necessità fisiche, psicologiche e spirituali. Vergognosi crimini di abusi commessi contro fanciulli sono stati giustamente giudicati e puniti dalle competenti autorità civili nei rispettivi paesi".

"Perciò la risposta della Santa Sede al triste fenomeno di abuso sessuale sui fanciulli è stata articolata a diversi livelli. A livello della Santa Sede, come Stato Sovrano della Città del Vaticano, la trattazione dell'abuso sessuale è stata in accordo con la sua diretta competenza nel territorio dello Stato della Città del Vaticano. Al riguardo è stata promulgata una speciale legislazione per rendere effettivi gli obblighi giuridici internazionali
che includono questo Stato e la sua ridotta popolazione. Sul piano internazionale, la Santa Sede ha preso concrete misure con la ratifica della Convenzione sui Diritti del Fanciullo nel 1990. Nel 2000 la Santa Sede ha aderito al Protocollo Facoltativo relativo al traffico di fanciulli, alla prostituzione minorile e alla pornografia infantile, e al Protocollo Facoltativo relativo al coinvolgimento dei fanciulli nei conflitti armati. La Santa Sede promuove e incoraggia questi strumenti internazionali. Nel contempo la Santa Sede, quale organo centrale della Chiesa Cattolica, ha formulato linee guida per agevolare il lavoro delle Chiese locali nello sviluppare efficaci misure entro la loro giurisdizione ed in conformità con il diritto canonico. Le Chiese locali, tenendo conto della legislazione nazionale dei loro rispettivi paesi, hanno elaborato linee guida e monitorato la loro attuazione con l'obiettivo di impedire altri ulteriori abusi e di affrontarli rapidamente, in accordo con la legislazione nazionale. (...) Il risultato dell'azione combinata intrapresa dalle Chiese locali e dalla Santa Sede propone un quadro che, quando adeguatamente applicato, contribuirà ad eliminare il verificarsi di abusi sessuali sui fanciulli da parte del clero e da altro personale ecclesiastico".

L'Osservatore Permanente ha spiegato che "il Rapporto Periodico della Santa Sede alla CRC si divide in quattro parti: la Prima Parte tratta delle considerazioni generali, inclusa la natura della Santa Sede quale soggetto di diritto internazionale. La Seconda Parte risponde alle osservazioni conclusive del Comitato relative al Rapporto Iniziale della Santa Sede, e, in particolare, questioni relative alle riserve; i quattro principi del Comitato e i doveri e diritti dei genitori, l'educazione delle fanciulle, l'educazione alla salute e l'educazione sul CRC. La Santa Sede inoltre esamina i principi che promuove relativi ai diritti e doveri del fanciullo nel contesto familiare. La Terza Parte presenta i contributi internazionali della Santa Sede nell'avanzare e promuovere principi fondamentali riconosciuti nel CRC in una intera serie di questioni legate all'infanzia (la famiglia, le adozioni, bambini con disabilità; salute e benessere; tempo libero e cultura; e speciali misure per la protezione dei fanciulli, incluse questioni relative all'abuso sessuale, alla tossicodipendenza, ai bambini che vivono in strada e a gruppi minoritari). Infine, la Quarta Parte affronta l'applicazione della Convenzione nello Stato della Città del Vaticano".

"Non ci sono scuse - ha ribadito l'Arcivescovo Tomasi - per qualsiasi forma di violenza o sfruttamento dei fanciulli. Non si possono mai giustificare tali crimini, che siano commessi in casa, nelle scuole, nella comunità e in ambienti sportivi, in organizzazioni e strutture religiose. Questa è la politica a lungo raggio della Santa Sede. (...) Per questa ragione la Santa Sede e le strutture delle Chiese locali in tutte le parti del mondo, sono impegnate nella difesa della dignità inviolabile di tutta la persona in ogni bambino, corpo, mente e anima".

"Papa Benedetto XVI - ha concluso il Presule - parlando ai Vescovi d'Irlanda nel 2006, pronunciò queste importanti parole: 'Nell'esercizio del vostro ministero pastorale, avete dovuto affrontare negli ultimi anni molti dolorosi casi di abusi sessuali su minori. Questi sono ancora più tragici quando chi commette l'abuso è un membro del clero'. (...) Parimenti, Papa Francesco ha chiaramente lanciato nuove misure annunciando la creazione di una Commissione per la Protezione dei Fanciulli, con l'obiettivo di proporre nuove iniziative per lo sviluppo di programmi di sicurezza dell'ambiente per i fanciulli e migliorando l'impegno per la cura pastorale delle vittime di abusi in tutto il mondo".

LA COMMISSIONE TEOLOGICA INTERNAZIONALE PUBBLICA UN DOCUMENTO SU MONOTEISMO CRISTIANO E VIOLENZA

Città del Vaticano, 16 gennaio 2014 (VIS). La Commissione Teologica Internazionale, in uno studio condotto negli ultimi cinque anni, ha elaborato un nuovo documento dal titolo "Dio Trinità, unità degli uomini. Il monoteismo cristiano contro la violenza". Il testo apparirà nel numero 3296 de "La Civiltà Cattolica" (18 gennaio 2014), la rivista che tradizionalmente pubblica la versione italiana dei documenti della Commissione. Nel contempo il documento sarà anche disponibile sul sito Internet de "La Civiltà Cattolica" (www.laciviltacattolica.it), e sulla pagina della Commissione Teologica Internazionale nel web del Vaticano (www.vatican.va), dove con le diverse traduzioni, si trova anche la presentazione introduttiva del testo in alcune lingue.

Come si legge nella Nota Preliminare del documento, il testo è il risultato di uno studio circa alcuni aspetti del discorso cristiano su Dio, confrontandosi in particolare con la tesi secondo la quale esisterebbe un rapporto necessario fra il monoteismo e la violenza. Il lavoro si è svolto all'interno di una Sottocommissione presieduta dal Reverendo Philippe Vallin e composta dai seguenti membri: Reverendo Peter Damian Akpunonu; Padre Gilles Emery, O.P.; Arcivescovo Savio Hon Tai-Fai, S.D.B.; Arcivescovo Charles Morerod, O.P.; Reverendo Thomas Norris; Reverendo Javier Prades López; Vescovo Paul Rouhana; Reverendo Pierangelo Sequeri e Reverendo Guillermo Zuleta Salas.

Le discussioni generali su questo tema si sono svolte in vari incontri della Sottocommissione e durante le Sessioni Plenarie della stessa Commissione, tenutesi negli anni 2009-2013. Il presente testo, dal titolo "Dio Trinità, unità degli uomini. Il monoteismo cristiano contro la violenza", è stato approvato dalla Commissione "in forma specifica" il 6 dicembre 2013, ed è stato poi sottoposto al suo Presidente, Arcivescovo Gerhard L. Müller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il quale ne ha autorizzato la pubblicazione.


IL MONOTEISMO CRISTIANO CONTRO LA VIOLENZA

Città del Vaticano, 16 gennaio 2014 (VIS). Di seguito pubblichiamo la presentazione del Documento "Dio Trinità, unità degli uomini. Il monoteismo cristiano contro la violenza" della Commissione Teologica Internazionale.

"Il testo di riflessione teologica che presentiamo si propone di mettere in evidenza alcuni aspetti del discorso cristiano su Dio che richiedono, nel contesto odierno, una specifica chiarificazione teologica. L'occasione immediata di questa chiarificazione è la teoria, diversamente argomentata, secondo la quale esiste un rapporto necessario fra il monoteismo e le guerre di religione. La discussione intorno a questa connessione ha messo in evidenza non pochi motivi di fraintendimento della dottrina religiosa, tali da oscurare l'autentico pensiero cristiano dell'unico Dio.

Potremmo riassumere l'intento del nostro discorso in una duplice domanda: (a) In quale modo la teologia cattolica può confrontarsi criticamente con l'opinione culturale e politica che stabilisce un intrinseco rapporto fra monoteismo e violenza? (b) In quale modo la purezza religiosa della fede nell'unico Dio può essere riconosciuta come principio e fonte dell'amore fra gli uomini"

La nostra riflessione intende proporsi in chiave di argomentata testimonianza, non di contrapposizione apologetica. La fede cristiana, in effetti, riconosce nell'eccitazione alla violenza in nome di Dio, la massima corruzione della religione. Il cristianesimo attinge questa convinzione dalla rivelazione dell'intimità stessa di Dio, che ci raggiunge mediante Gesù Cristo. La Chiesa dei credenti è consapevole del fatto che la testimonianza di questa fede chiede di essere onorata da un atteggiamento di conversione permanente che implica anche la 'parresia' (ossia la coraggiosa franchezza) della necessaria autocritica.

Nel Capitolo I, 'Sospetti sul monoteismo' ci siamo proposti di chiarire il tema del 'monoteismo' religioso nell'accezione che essa riceve in alcuni orientamenti dell'odierna filosofia politica. siamo coscienti del fatto che tale evoluzione presenta oggi uno spettro molto differenziato di posizioni teoriche, che vanno dal classico sfondo dell'ateismo cosiddetto umanistico, fino alle forme più recenti dell'agnosticismo religioso e del laicismo politico. La nostra riflessione vorrebbe anzitutto precisare che la nozione di monoteismo, non priva di significato per la storia della nostra cultura, rimane ancora tropo generica quando sia usata come cifra di equivalenza delle religioni storiche che confessano l'unicità di Dio (identificate come Ebraismo, Islam, Cristianesimo). In secondo luogo, formuliamo la nostra riserva critica nei confronti di una semplificazione culturale che riduce l'alternativa alla scelta fra un monoteismo necessariamente violento e un politeismo presuntivamente tollerante.

In questa riflessione ci sostiene in ogni modo la convinzione, che abbiamo motivo di ritenere condivisa da moltissimi nostri contemporanei, credenti e non credenti, che le guerre interreligiose, come anche la guerra alla religione, siano semplicemente insensate.

In quanto teologi cattolici, abbiamo poi cercato di illustrare, a partire dalla verità di Gesù Cristo, il rapporto fra rivelazione di Dio e umanesimo non violento. Lo abbiamo fatto attraverso la riesposizione di alcune implicazioni della dottrina particolarmente idonee ad illuminare la discussione odierna: sia per quanto riguarda l'autentica comprensione della confessione trinitaria del Dio unico, sia per quanto concerne l'apertura della rivelazione cristologica al riscatto del legame fra gli uomini.

Nel Capitolo II, 'L'iniziativa di Dio nel cammino degli uomini', interroghiamo l'orizzonte della fede biblica, con particolare attenzione al tema delle sue 'pagine difficili': quelle cioè in cui la rivelazione di Dio si trova coinvolta nelle forme della violenza fra gli uomini. Cerchiamo di individuare i punti di riferimento che la stessa tradizione scritturistica mette in luce - al suo interno - per l'interpretazione della Parola di Dio. Sulla base di questa ricognizione, presentiamo un primo abbozzo d'inquadramento antropologico e cristologico, degli sviluppi dell'interpretazione del tema, sollecitati dalla condizione storica attuale.

Nel Capitolo III, 'Dio, per salvarci dalla violenza', proponiamo un approfondimento dell'evento della morte e della risurrezione di Gesù, nella chiave della riconciliazione fra gli uomini. L'oikonomia è qui essenziale alla determinazione della theologia. La rivelazione iscritta nell'evento di Gesù Cristo, che rende universalmente apprezzabile la manifestazione dell'amore di Dio, consente di neutralizzare la giustificazione religiosa della violenza sulla base della verità cristologica e trinitaria di Dio.

Nel Capitolo IV, 'La fede a confronto con l'ampiezza della ragione', la nostra riflessione s'impegna nell'illustrazione delle approssimazioni e delle implicazioni filosofiche del pensiero di Dio. Qui vengono toccati anzitutto i punti di discussione con l'odierno ateismo, largamente confluito nelle tesi di un radicale naturalismo antropologico. Infine - anche a beneficio del confronto interreligioso sul monoteismo - proponiamo una sorta di meditazione filosofico-teologica sull'integrazione fra la rivelazione dell'intima disposizione relazionale di Dio e la tradizionale concezione della sua assoluta semplicità.

Nel Capitolo V, 'I figli di Dio dispersi e radunati', infine, riassumiamo gli elementi della specificità cristiana che definiscono l'impegno della testimonianza ecclesiale per la riconciliazione degli uomini con Dio e fra di loro. La rivelazione cristiana purifica la religione, nel momento stesso in cui le restituisce il suo significato fondamentale per l'esperienza umana del senso. Perciò, nel nostro invito alla riflessione teniamo bene presente la speciale necessità - soprattutto nell'odierno orizzonte culturale - di trattare sempre congiuntamente il contenuto teologico e lo sviluppo storico della rivelazione cristiana di Dio".


UDIENZE

Città del Vaticano, 16 gennaio 2014 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza:

- Il Cardinale Roger Michael Mahony, Arcivescovo emerito di Los Angeles (Stati Uniti d’America).

- Il Cardinale Vinko Puljic, Arcivescovo di Vrhbosna, Sarajevo (Bosnia ed Erzegovina).

- L'Arcivescovo Georges Pontier, Arcivescovo di Marseille, Presidente della Conferenza dei Vescovi di Francia; il Vescovo Pascal Delannoy, di Saint-Denis, Vice Presidente; l'Arcivescovo Pierre-Marie Carré, di Montpellier, Vice Presidente ed Reverendo Olivier Ribadeau Dumas, Segretario Generale.

- Un Gruppo di Rabbini provenienti dall’Argentina nella Casa Santa Marta.

mercoledì 15 gennaio 2014

TUTTI NELLA CHIESA SIAMO DISCEPOLI E MISSIONARI

Città del Vaticano, 15 gennaio 2014 (VIS). Il Battesimo "ci fa diventare membri del Corpo di Cristo e del Popolo di Dio. (...) Alla scuola del Concilio Vaticano II, noi diciamo oggi che il Battesimo ci fa entrare nel Popolo di Dio, ci fa diventare membri di un Popolo in cammino, un Popolo peregrinante nella storia" ha affermato Papa Francesco nella catechesi dell'Udienza Generale del mercoledì, dedicata al Sacramento del Battesimo. "In effetti, come di generazione in generazione si trasmette la vita - ha spiegato il Papa - così anche di generazione in generazione, attraverso la rinascita dal fonte battesimale, si trasmette la grazia, e con questa grazia il Popolo cristiano cammina nel tempo, come un fiume che irriga la terra e diffonde nel mondo la benedizione di Dio".

"I discepoli sono andati a battezzare; e da quel tempo ad oggi c'è una catena nella trasmissione della fede mediante il Battesimo. E ognuno di noi è un anello di quella catena: una passo avanti, sempre; come un fiume che irriga. Così è la grazia di Dio e così è la nostra fede, che dobbiamo trasmettere ai nostri figli, trasmettere ai bambini, perché essi, una volta adulti, possano trasmetterla ai loro figli. Così è il Battesimo" che "ci fa entrare in questo popolo di Dio, che trasmette la fede".

"In virtù del Battesimo noi diventiamo discepoli missionari, chiamati a portare il Vangelo nel mondo. 'Ciascun battezzato, qualunque sia la sua funzione nella Chiesa e il grado di istruzione della sua fede, è un soggetto attivo di evangelizzazione... La nuova evangelizzazione deve implicare un nuovo protagonismo' di tutti, di tutto il popolo di Dio; un nuovo protagonismo di ciascuno dei battezzati'. Il Popolo di Dio è un popolo discepolo - perché riceve la fede - e missionario - perché trasmette la fede. E questo lo fa il Battesimo in noi. Ci dona la Grazia e trasmettere la fede. Tutti nella Chiesa siamo discepoli, e lo siamo sempre, per tutta la vita; e tutti siamo missionari, ciascuno nel posto che il Signore gli ha assegnato".

"Tutti - ha proseguito a braccio il Papa - il più piccolo è anche missionario; e quello che sembra più grande è discepolo. Ma qualcuno di voi dirà: 'I vescovi non sono discepoli, i Vescovi sanno tutto; il Papa sa tutto non è discepolo'. No, anche i vescovi e il Papa devono essere discepoli, perché se non sono discepoli non fanno il bene, non possono essere missionari, non possono trasmettere la fede. Capito? Avete capito questo? È importante! Tutti noi siamo discepoli e missionari".

"Nessuno si salva da solo - ha detto il Papa alle migliaia di persone convenute in Piazza San Pietro - Siamo comunità di credenti, siamo Popolo di Dio e in questa comunità sperimentiamo la bellezza di condividere l’esperienza di un amore che ci precede tutti, ma che nello stesso tempo ci chiede di essere 'canali' della grazia gli uni per gli altri, malgrado i nostri limiti e i nostri peccati. La dimensione comunitaria non è solo una 'cornice', un 'contorno', ma è parte integrante della vita cristiana, della testimonianza e dell’evangelizzazione".

Il Papa Francesco ha concluso la catechesi ricordando, a proposito dell'importanza del Battesimo per il Popolo di Dio, la storia della comunità cristiana in Giappone. Quella comunità "subì una dura persecuzione agli inizi del secolo XVII. Vi furono numerosi martiri, i membri del clero furono espulsi e migliaia di fedeli furono uccisi. Non è rimasto in Giappone nessun prete, tutti sono stati espulsi. Allora la comunità si ritirò nella clandestinità, conservando la fede e la preghiera nel nascondimento. E quando nasceva un bambino, il papà o la mamma lo battezzavano, perché tutti i fedeli possono battezzare in particolari circostanze. Quando, dopo circa due secoli e mezzo, 250 anni dopo, i missionari ritornarono in Giappone, migliaia di cristiani uscirono allo scoperto e la Chiesa poté rifiorire. Erano sopravvissuti con la grazia del loro Battesimo! Questo è grande: il popolo di Dio trasmette la fede, battezza i suoi figli e va avanti. E avevano mantenuto, pur nel segreto, un forte spirito comunitario, perché il Battesimo li aveva fatti diventare un solo corpo in Cristo: erano isolati e nascosti, ma erano sempre membra del Popolo di Dio, membra della Chiesa. Possiamo tanto imparare da questa storia!".

ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 15 gennaio 2014 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Reverendo Marcos Antônio Tavoni, Vescovo di Bom Jesus do Gurguéia (superficie: 51.543; popolazione: 190.000; cattolici: 167.500; sacerdoti: 28: religiosi: 9; diaconi permanenti: 1), Brasile. Il Vescovo eletto è nato nel 1967 a São Carlos (São Paulo, Brasile) ed è stato ordinato sacerdote nel 1996. Dal 1996 al 1997 è stato Vicario Parrocchiale della Parrocchia “Imaculada Conceição”, a Taguatinga; nell'arcidiocesi di Palmas è stato dal 1999 al 2004 Parroco della Parrocchia "Divino Espirito Santo"; dal 1999 al 2011 Parroco di "Santa Teresa d'Ávila" e dal 2003 al 2011 Parroco di “São João Batista”; dal 2008 al 2011 Rettore del Seminario Maggiore Interdiocesano “Divino Espírito Santo” e del Centro di Studi Superiori “Mater Dei”; dal 2003 al 2011 Professore di Teologia e Direttore Spirituale della “Casa Santa Marta” destinata al recupero di adolescenti incinte. Dal 2000 al 2006 Moderatore del primo Sinodo Arcidiocesano di Pastorale; dal 2005 al 2006 Coordinatore della Commissione per l’elaborazione del Direttorio Arcidiocesano per l’Iniziazione Cristiana; dal 2007 al 2008 Vicario Episcopale della Regione “São Pedro”; dal 2011 al 2013 Vicario Parrocchiale della Parrocchia “Nossa Senhora dos Pobres” - Paranoá nell'arcidiocesi di Brasilia. Finora Parroco della Parrocchia “Cristo Redentor” a Taguatinga, nell’arcidiocesi di Brasília, succede al Vescovo Ramón López Carrozas, O. de M., del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima diocesi presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato il Monsignor Stephen J. Berg, Vescovo di Pueblo (superficie: 124.754; popolazione: 665.906; cattolici: 128.000; sacerdoti: 83; religiosi: 70; diaconi permanenti: 48), Stati Uniti d'America. Il Vescovo eletto è nato nel 1951 a Miles City (Montana, Stati Uniti d'America) ed è stato ordinato sacerdote per la diocesi di Fort Worth nel 1999. Dal 1999 al 2001 è stato Vicario Parrocchiale della Saint Michael Parish a Bedford e dal 2001 a 2002 della Saint John the Apostle Parish a North Richland Hills; dal 2002 al 2008 Parroco delle parrocchie Saint Mary a Henrietta, Saint Jerome a Bowie, Saint William a Montague e Saint Joseph a Nocona; dal 2008 al 2012 Vicario Generale e Parroco della Saint Peter the Apostle Parish a Fort Worth; dal 2010 al 2012 Moderatore della Curia; dal 2009 Direttore Spirituale presso il Seminario Holy Trinity a Dallas; dal 2012 Amministratore Diocesano e Amministratore Parrocchiale della Holy Name Parish a Fort Worth.

- Ha confermato il Cardinale Marc Ouellet, P.S.S., Presidente della Pontificia Commissione per l'America Latina.

- Ha confermato il Professore Guzmán Carriquiry, Segretario della Pontificia Commissione per l'America Latina.

- Ha confermato Membri della Pontificia Commissione per l'America Latina: il Cardinale Nicolás de Jesús López Rodríguez; il Cardinale Jaime Lucas Ortega y Alamino; il Cardinale Norberto Rivera Carrera; il Cardinale Julio Terrazas Sandoval; il Cardinale Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga; il Cardinale Juan Luis Cipriani Thorne; il Cardinale Cláudio Hummes; il Cardinale Jorge Liberato Urosa Savino; il Cardinale Francisco Robles Ortega; il Cardinale Odilo Pedro Scherer; il Cardinale Paolo Romeo; il Cardinale Raymundo Damasceno Assis; il Cardinale Rubén Salazar Gómez; il Cardinale Stanislaw Rylko; l'Arcivescovo Emilio Carlos Berlie Belaunzarán; l'Arcivescovo Mario Antonio Cargnello; l'Arcivescovo Héctor Rubén Aguer; l'Arcivescovo Nicolás Cotugno Fanizzi, S.D.B.; l'Arcivescovo Héctor Miguel Cabrejos Vidarte, O.F.M.; l'Arcivescovo Geraldo Lyrio Rocha; l'Arcivescovo Leopoldo José Brenes Solórzano; l'Arcivescovo José Guadalupe Martín Rábago; l'Arcivescovo Orlando Antonio Corrales García; l'Arcivescovo Juan José Asenjo Pelegrina ed il Vescovo Franz-Josef Overbeck.

- Ha nominato l'Arcivescovo Lorenzo Baldisseri, che è Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, Consigliere della Pontificia Commissione per l'America Latina.

- Ha confermato Consiglieri della Pontificia Commissione per l'America Latina: il Cardinale Antonio Cañizares Llovera; il Cardinale William Joseph Levada; il Cardinale Leonardo Sandri; il Cardinale Francesco Monterisi; l'Arcivescovo Jean-Louis Brugués, O.P.; l'Arcivescovo José Horacio Gómez e il Vescovo Marcelo Sánchez Sorondo.

- Ha confermato, per il prossimo quinquennio, il Cardinale Jean-Louis Tauran, membro della Commissione Cardinalizia di vigilanza dell'Istituto per le Opere di Religione.

- Ha nominato, per il prossimo quinquennio, membri della Commissione Cardinalizia di vigilanza per la Opere di Religione: il Cardinale Christoph Schönborn, Arcivescovo di Wien (Austria); il Cardinale Thomas Christopher Collins, Arcivescovo di Toronto (Canada); il Cardinale Santos Abril y Castelló, Arciprete della Basilica Papa di Santa Maria Maggiore e l'Arcivescovo Pietro Parolin, Segretario di Stato.

martedì 14 gennaio 2014

INCONTRO ARCIVESCOVO PAROLIN E SEGRETARIO DI STATO AMERICANO KERRY

Città del Vaticano, 14 gennaio 2014 (VIS). Questa mattina, l'Arcivescovo Pietro Parolin, Segretario di Stato, ha incontrato in Vaticano il Signor John Kerry. Segretario di Stato degli Stati Uniti d'America. Nel corso dei colloqui, centrati sulle priorità in politica estera, si è discusso sul processo di pace in Medio Oriente, in particolare sulla situazione in Siria e sulla preparazione della Conferenza di pace Ginevra 2 e sui negoziati fra israeliani e palestinesi.

All'incontro che si è prolungato per un'ora e quaranta minuti, hanno partecipato l'Arcivescovo Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati ed il Signor Kenneth F. Hackett, Ambasciatore degli Stati Uniti presso la Santa Sede. Altri temi esaminati sono stati la situazione in Africa, in particolare nel Sud Sudan e la rifroma sanitaria motivo di preoccupazione per la Conferenza Episcopale degli Stati Uniti d'America.




APPELLO PER IL CESSATE IL FUOCO IN SIRIA

Città del Vaticano, 14 gennaio 2014 (VIS). La Pontificia Accademia delle Scienze ha tenuto ieri in Vaticano una riunione relativa alla guerra civile in Siria, nel corso della quale è stato lanciato un appello per la cessazione immediata delle violenze, per l'inizio della ricostruzione e del dialogo fra le diverse comunità. Il Cardinale Jean-Louis Tauran, Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, ha aperto i lavori che hanno avuto luogo una settimana prima della Conferenza di pace Ginevra.

In un comunicato pubblicato questa mattina si auspica che la conferenza di pace, chiamata Ginevra 2, permetta "al popolo siriano, alla regione e al mondo intero di concepire un nuovo inizio per porre fine alla violenza che ha provocato oltre 130.000 morti e ha lasciato un paese bellissimo nella rovina e nel caos. ".

Secondo gli esperti internazionali che hanno partecipato a questa giornata di lavoro, il passo iniziale e più urgente è l'immediato cessate il fuoco e la fine di ogni tipo di violenza: "Tutti i combattenti interni della regione devono deporre le armi; tutte le potenze straniere devono adottare misure immediate per fermare il flusso di armi e il finanziamento delle stesse, che alimenta l'escalation della violenza e della distruzione".

"La Santa Sede - si legge nel comunicato - si impegna a sostenere tutte le fedi religiose e le comunità in Siria, per raggiungere una nuova comprensione e un ripristino significativo della fiducia, dopo anni di violenze tra comunità", per cui il dialogo deve concentrarsi "sui bisogni urgenti di ricostruzione spirituale e comunitaria".

I partecipanti alla conferenza esprimono inoltre la loro preoccupazione per la situazione di milioni di profughi siriani che "patiscono privazioni estreme e potenzialmente letali in termini di alimentazione, acqua potabile, servizi igienici, elettricità, ricovero sicuro, telecomunicazioni, trasporti, e altri bisogni umani fondamentali necessari per il buon funzionamento di ogni società".

DIALOGO FRA CATTOLICI ED EBREI

Città del Vaticano, 14 gennaio 2014 (VIS). Il 16 gennaio prossimo si tiene in Italia la XVIII edizione annuale della Giornata di approfondimento e sviluppo del dialogo fra cattolici ed ebrei. In questa occasione, il Rabbino Abraham Skorka terrà una Conferenza presso la Pontificia Università Gregoriana, dal titolo "Il dialogo ebraico-cattolico a cinquanta anni dalla 'Nostra Aetate'. Una prospettiva latinoamericana", alla quale assisterà il Cardinale Kurk Koch, Presidente della Pontificia Commissione per i Rapporti Religiosi con l'Ebraismo.

Il Rabbino Skorka, Rettore del Seminario Rabbinico Latinoamericano di Buenos Aires (Argentina), è co-autore con Papa Francesco del volume "Il cielo e la terra", risultato di alcune conversazioni su tematiche fondamentali della vita umana e sulla possibilità di un'etica condivisa.

UDIENZE

Città del Vaticano, 14 gennaio 2014 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto in udienza:

- Il Cardinale Severino Poletto, Arcivescovo emerito di Torino.

- Sua Grazia Anthony Palmer, Bishop and International Ecumenical Officer for the Communion Evangelical Episcopal Churches;

- Il Cardinale Andrés Rodríguez Maradiaga, Arcivescovo di Tegucigalpa.

- Il Cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia della Pace.

lunedì 13 gennaio 2014

DISCORSO AL CORPO DIPLOMATICO: LA PACE È FERITA DA QUALUNQUE NEGAZIONE DELLA DIGNITÀ UMANA

Città del Vaticano, 13 gennaio 2014 (VIS). Questa mattina, nella Sala Regia del Palazzo Apostolico, il Santo Padre Francesco ha pronunciato il primo discorso annuale del suo Pontificato ai membri del Corpo Diplomatico presso la Santa Sede. Nel ringraziare il Decano, Ambasciatore Jean-Claude Michel del Principato di Monaco, il Papa ha ricordato l'Ambasciatore Alejandro Valladares Lanza, dell'Honduras, per diversi anni Decano del Corpo Diplomatico, mancato alcuni mesi fa.

Attualmente la Santa Sede intrattiene relazioni diplomatiche con 180 paesi, ai quali bisogna aggiungere l'Unione Europea e il Sovrano Militare Ordine di Malta ed una Missione a carattere speciale, quella dello Stato di Palestina.

Per quanto riguarda le Organizzazioni Internazionali, la Santa Sede è presente all'O.N.U. in qualità di "Osservatore Permanente" ed è membro di diverse Organizzazioni e Agenzie del sistema O.N.U., Osservatore in alcune e Membro ed Osservatore in diverse Organizzazioni regionali.

Nel suo discorso Papa Francesco ha ricordato che l'anno appena conclusosi è stato particolarmente denso di avvenimenti non solo nella vita della Chiesa, ma anche nell'ambito dei rapporti che la Santa Sede intrattiene con gli Stati e le Organizzazioni internazionali ed ha citato l'allacciamento delle relazioni diplomatiche con il Sud Sudan, la la firma di accordi, di base o specifici, con Capo Verde, Ungheria e Ciad, e la ratifica di quello con la Guinea Equatoriale sottoscritto nel 2012. Papa Francesco ha anche sottolineato che nell’ambito regionale è cresciuta la presenza della Santa Sede, sia in America centrale, dove essa è diventata Osservatore Extra-Regionale presso il Sistema de la Integración Centroamericana, sia in Africa, con l’accreditamento del primo Osservatore Permanente presso la Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale.

Successivamente il Papa si è soffermato sulle problematiche del mondo attuale: la famiglia, i conflitti in Medio Oriente, in Siria, Egitto e Libano e la vita dei cristiani in questa regione del mondo ed ha ricordato la drammatica situazione in alcuni paesi dell'Africa, come la Nigeria, la Repubblica Centroafricana, il Mali, il Sud Sudan. Il Papa ha sottolineato la necessità di ricostituire un clima di riconciliazione e di pace in diverse nazioni dell'Asia come la Corea. Altro tema centrale è stato quello delle moltitudini obbligate a fuggire dal loro paese a causa della carestia, della violenza e degli abusi, specialmente nel Corno d'Africa e nella Regione dei Grandi Laghi, senza dimenticare i migranti che dall'America Latina si recano negli Stati Uniti e i migranti dell'Africa e del Medio Oriente che cercano rifugio in Europa. La "cultura dello scarto", sia di persone che di alimenti o beni superflui, la preoccupazione per l'ambiente sono state le altre problematiche affrontate dal Papa nel suo discorso, di cui riportiamo ampi estratti.

"Nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, dedicato alla fraternità come fondamento e via per la pace, ho notato che 'la fraternità si comincia ad imparare solitamente in seno alla famiglia' la quale 'per vocazione, dovrebbe contagiare il mondo con il suo amore' e contribuire a far maturare quello spirito di servizio e di condivisione che edifica la pace. Ce lo racconta il presepe, dove vediamo la Santa Famiglia non sola e isolata dal mondo, ma attorniata dai pastori e dai magi, cioè una comunità aperta, nella quale c’è spazio per tutti, poveri e ricchi, vicini e lontani. E si comprendono così le parole del mio amato predecessore Benedetto XVI, il quale sottolineava come 'il lessico familiare è un lessico di pace'".

"Purtroppo, spesso ciò non accade, perché aumenta il numero delle famiglie divise e lacerate, non solo per la fragile coscienza del senso di appartenenza che contraddistingue il mondo attuale, ma anche per le condizioni difficili in cui molte di esse sono costrette a vivere, fino al punto di mancare degli stessi mezzi di sussistenza. Si rendono perciò necessarie politiche appropriate che sostengano, favoriscano e consolidino la famiglia!".
"Capita, inoltre, che gli anziani siano considerati un peso, mentre i giovani non vedono davanti a sé prospettive certe per la loro vita. Anziani e giovani, al contrario, sono la speranza dell’umanità. I primi apportano la saggezza dell’esperienza; i secondi ci aprono al futuro, impedendo di chiuderci in noi stessi. È saggio non emarginare gli anziani dalla vita sociale per mantenere viva la memoria di un popolo. Parimenti, è bene investire sui giovani, con iniziative adeguate che li aiutino a trovare lavoro e a fondare un focolare domestico. Non bisogna spegnere il loro entusiasmo! Conservo viva nella mia mente l’esperienza della XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro. Quanti ragazzi contenti ho potuto incontrare! Quanta speranza e attesa nei loro occhi e nelle loro preghiere! Quanta sete di vita e desiderio di aprirsi agli altri! La chiusura e l’isolamento creano sempre un’atmosfera asfittica e pesante, che prima o poi finisce per intristire e soffocare. Serve, invece, un impegno comune di tutti per favorire una cultura dell’incontro, perché solo chi è in grado di andare verso gli altri è capace di portare frutto, di creare vincoli di comunione, di irradiare gioia, di edificare la pace".

"Lo confermano - se ce ne fosse bisogno - le immagini di distruzione e di morte che abbiamo avuto davanti agli occhi nell’anno appena trascorso. Quanto dolore, quanta disperazione causa la chiusura in sé stessi, che prende via via il volto dell’invidia, dell’egoismo, della rivalità, della sete di potere e di denaro! Sembra, talvolta, che tali realtà siano destinate a dominare. Il Natale, invece, infonde in noi cristiani la certezza che l’ultima e definitiva parola appartiene al Principe della Pace, che muta 'le spade in vomeri e le lance in falci' e trasforma l’egoismo in dono di sé e la vendetta in perdono".

"È con questa fiducia che desidero guardare all’anno che ci sta di fronte. Non cesso, pertanto, di sperare che abbia finalmente termine il conflitto in Siria. La sollecitudine per quella cara popolazione e il desiderio di scongiurare l’aggravarsi della violenza mi hanno portato, nel settembre scorso, a indire una giornata di digiuno e di preghiera. Attraverso di Voi ringrazio di vero cuore quanti nei Vostri Paesi, Autorità pubbliche e persone di buona volontà, si sono associati a tale iniziativa. Occorre ora una rinnovata volontà politica comune per porre fine al conflitto. In tale prospettiva, auspico che la Conferenza 'Ginevra 2', convocata per il 22 gennaio p.v., segni l’inizio del desiderato cammino di pacificazione. Nello stesso tempo, è imprescindibile il pieno rispetto del diritto umanitario. Non si può accettare che venga colpita la popolazione civile inerme, soprattutto i bambini. Incoraggio, inoltre, tutti a favorire e a garantire, in ogni modo possibile, la necessaria e urgente assistenza di gran parte della popolazione, senza dimenticare l’encomiabile sforzo di quei Paesi, soprattutto il Libano e la Giordania, che con generosità hanno accolto nel proprio territorio i numerosi profughi siriani".

"Rimanendo nel Medio Oriente, noto con preoccupazione le tensioni che in diversi modi colpiscono la Regione. Guardo con particolare preoccupazione al protrarsi delle difficoltà politiche in Libano, dove un clima di rinnovata collaborazione fra le diverse istanze della società civile e le forze politiche è quanto mai indispensabile per evitare l’acuirsi di contrasti che possono minare la stabilità del Paese. Penso anche all’Egitto, bisognoso di una ritrovata concordia sociale, come pure all’Iraq, che stenta a giungere all’auspicata pace e stabilità. In pari tempo, rilevo con soddisfazione i significativi progressi compiuti nel dialogo tra l’Iran ed il 'Gruppo 5+1' sulla questione nucleare".

"Ovunque la via per risolvere le problematiche aperte deve essere quella diplomatica del dialogo. È la strada maestra già indicata con lucida chiarezza dal papa Benedetto XV allorché invitava i responsabili delle Nazioni europee a far prevalere 'la forza morale del diritto' su quella 'materiale delle armi' per porre fine a quella 'inutile strage' che è stata la Prima Guerra Mondiale, di cui quest’anno ricorre il centenario. Occorre 'il coraggio di andare oltre la superficie conflittuale' per considerare gli altri nella loro dignità più profonda, affinché l’unità prevalga sul conflitto e sia 'possibile sviluppare una comunione nelle differenze'. In questo senso è positivo che siano ripresi i negoziati di pace tra Israeliani e Palestinesi e faccio voti affinché le Parti siano determinate ad assumere, con il sostegno della Comunità internazionale, decisioni coraggiose per trovare una soluzione giusta e duratura ad un conflitto la cui fine si rivela sempre più necessaria e urgente. Non cessa di destare preoccupazione l’esodo dei cristiani dal Medio Oriente e dal Nord Africa. Essi desiderano continuare a far parte dell’insieme sociale, politico e culturale dei Paesi che hanno contribuito ad edificare, e ambiscono concorrere al bene comune delle società nelle quali vogliono essere pienamente inseriti, quali artefici di pace e di riconciliazione".

"Pure in altre parti dell’Africa, i cristiani sono chiamati a dare testimonianza dell’amore e della misericordia di Dio. Non bisogna mai desistere dal compiere il bene anche quando è arduo e quando si subiscono atti di intolleranza, se non addirittura di vera e propria persecuzione. In vaste aree della Nigeria non si fermano le violenze e continua ad essere versato tanto sangue innocente. Il mio pensiero va soprattutto alla Repubblica Centroafricana, dove la popolazione soffre a causa delle tensioni che il Paese attraversa e che hanno seminato a più riprese distruzione e morte. Mentre assicuro la mia preghiera per le vittime e per i numerosi sfollati, costretti a vivere in condizioni di indigenza, auspico che l’interessamento della Comunità internazionale contribuisca a far cessare le violenze, a ripristinare lo stato di diritto e a garantire l’accesso degli aiuti umanitari anche alle zone più remote del Paese. Da parte sua, la Chiesa cattolica continuerà ad assicurare la propria presenza e collaborazione, adoperandosi con generosità per fornire ogni aiuto possibile alla popolazione e, soprattutto, per ricostruire un clima di riconciliazione e di pace fra tutte le componenti della società. Riconciliazione e pace sono priorità fondamentali anche in altre parti del continente africano. Mi riferisco particolarmente al Mali, dove pur si nota il positivo ripristino delle strutture democratiche del Paese, come pure al Sud Sudan, dove, al contrario, l’instabilità politica dell’ultimo periodo ha già provocato numerosi morti e una nuova emergenza umanitaria".

"La Santa Sede segue con viva attenzione anche le vicende dell’Asia, dove la Chiesa desidera condividere le gioie e le attese di tutti i popoli che compongono quel vasto e nobile continente. In occasione del 50° anniversario delle relazioni diplomatiche con la Repubblica di Corea, vorrei implorare da Dio il dono della riconciliazione nella penisola, con l’auspicio che, per il bene di tutto il popolo coreano, le Parti interessate non si stanchino di cercare punti d’incontro e possibili soluzioni. L’Asia, infatti, ha una lunga storia di pacifica convivenza tra le sue varie componenti civili, etniche e religiose. Occorre incoraggiare tale reciproco rispetto, soprattutto di fronte ad alcuni preoccupanti segnali di un suo indebolimento, in particolare a crescenti atteggiamenti di chiusura che, facendo leva su motivazioni religiose, tendono a privare i cristiani delle loro libertà e a mettere a rischio la convivenza civile. La Santa Sede guarda, invece, con viva speranza i segni di apertura che provengono da Paesi di grande tradizione religiosa e culturale, con i quali desidera collaborare all’edificazione del bene comune".
"La pace è inoltre ferita da qualunque negazione della dignità umana, prima fra tutte dalla impossibilità di nutrirsi in modo sufficiente. Non possono lasciarci indifferenti i volti di quanti soffrono la fame, soprattutto dei bambini, se pensiamo a quanto cibo viene sprecato ogni giorno in molte parti del mondo, immerse in quella che ho più volte definito la 'cultura dello scarto'. Purtroppo, oggetto di scarto non sono solo il cibo o i beni superflui, ma spesso gli stessi esseri umani, che vengono 'scartati' come fossero 'cose non necessarie'. Ad esempio, desta orrore il solo pensiero che vi siano bambini che non potranno mai vedere la luce, vittime dell’aborto, o quelli che vengono utilizzati come soldati, violentati o uccisi nei conflitti armati, o fatti oggetti di mercato in quella tremenda forma di schiavitù moderna che è la tratta degli esseri umani, la quale è un delitto contro l’umanità".

"Non può trovarci insensibili il dramma delle moltitudini costrette a fuggire dalla carestia o dalle violenze e dai soprusi, particolarmente nel Corno d’Africa e nella Regione dei Grandi Laghi. Molti di essi vivono come profughi o rifugiati in campi dove non sono più considerate persone ma cifre anonime. Altri, con la speranza di una vita migliore, intraprendono viaggi di fortuna, che non di rado terminano tragicamente. Penso in modo particolare ai numerosi migranti che dall’America Latina sono diretti negli Stati Uniti, ma soprattutto a quanti dall’Africa o dal Medio Oriente cercano rifugio in Europa".

"È ancora viva nella mia memoria la breve visita che ho compiuto a Lampedusa nel luglio scorso per pregare per i numerosi naufraghi nel Mediterraneo. Purtroppo vi è una generale indifferenza davanti a simili tragedie, che è un segnale drammatico della perdita di quel 'senso della responsabilità fraterna' su cui si basa ogni società civile. In tale circostanza ho però potuto constatare anche l’accoglienza e la dedizione di tante persone. Auguro al popolo italiano, al quale guardo con affetto, anche per le comuni radici che ci legano, di rinnovare il proprio encomiabile impegno di solidarietà verso i più deboli e gli indifesi e, con lo sforzo sincero e corale di cittadini e istituzioni, di superare le attuali difficoltà, ritrovando il clima di costruttiva creatività sociale che lo ha lungamente caratterizzato".

"Infine, desidero menzionare un’altra ferita alla pace, che sorge dall’avido sfruttamento delle risorse ambientali. Anche se 'la natura è a nostra disposizione' troppo spesso 'non la rispettiamo e non la consideriamo come un dono gratuito di cui avere cura e da mettere a servizio dei fratelli, comprese le generazioni future'. Pure in questo caso va chiamata in causa la responsabilità di ciascuno affinché, con spirito fraterno, si perseguano politiche rispettose di questa nostra terra, che è la casa di ognuno di noi. Ricordo un detto popolare che dice: 'Dio perdona sempre, noi perdoniamo a volte, la natura – il creato – non perdona mai quando viene maltrattata!'. D’altra parte, abbiamo avuto davanti ai nostri occhi gli effetti devastanti di alcune recenti catastrofi naturali. In particolare, desidero ricordare ancora le numerose vittime e le gravi devastazioni nelle Filippine e in altri Paesi del Sud-Est asiatico provocate dal tifone Haiyan".

"Il Papa Paolo VI notava che la pace 'non si riduce ad un’assenza di guerra, frutto dell’equilibrio sempre precario delle forze. Essa si costruisce giorno per giorno, nel perseguimento di un ordine voluto da Dio, che comporta una giustizia più perfetta tra gli uomini'. È questo lo spirito che anima l’azione della Chiesa ovunque nel mondo, attraverso i sacerdoti, i missionari, i fedeli laici, che con grande spirito di dedizione si prodigano, tra l’altro, in molteplici opere di carattere educativo, sanitario ed assistenziale, a servizio dei poveri, dei malati, degli orfani e di chiunque sia bisognoso di aiuto e conforto. A partire da tale 'attenzione d’amore', la Chiesa coopera con tutte le istituzioni che hanno a cuore tanto il bene dei singoli quanto quello comune".

"All’inizio di questo nuovo anno, desidero perciò rinnovare la disponibilità della Santa Sede, e in particolare della Segreteria di Stato, a collaborare con i Vostri Paesi per favorire quei legami di fraternità, che sono riverbero dell’amore di Dio, e fondamento della concordia e della pace. Su di Voi, sulle Vostre famiglie e sui Vostri popoli scenda copiosa la benedizione del Signore. Grazie".

LETTERA DI PAPA FRANCESCO AI CARDINALI CHE SARANNO CREATI NEL CONCISTORO DEL 22 FEBBRAIO

Città del Vaticano, 13 gennaio 2014 (VIS). Di seguito pubblichiamo la Lettera che il Santo Padre ha indirizzato ai Cardinali designati pubblicamente nel corso dell'Angelus di domenica scorsa e che saranno creati nel Concistoro del prossimo 22 febbraio.

Caro Fratello,

nel giorno in cui si rende pubblica la tua designazione a far parte del Collegio Cardinalizio, desidero farti giungere un cordiale saluto insieme all’assicurazione della mia vicinanza e della mia preghiera. Desidero che, in quanto aggregato alla Chiesa di Roma, “rivestito delle virtù e dei sentimenti del Signore Gesù” (cfrRm 13,14), tu possa aiutarmi con fraterna efficacia nel mio servizio alla Chiesa universale.

Il Cardinalato non significa una promozione, né un onore, né una decorazione; semplicemente è un servizio che esige di ampliare lo sguardo e allargare il cuore. E, benché sembri un paradosso, questo poter guardare più lontano e amare più universalmente con maggiore intensità si può acquistare solamente seguendo la stessa via del Signore: la via dell’abbassamento e dell’umiltà, prendendo forma di servitore (cfrFil 2,5-8). Perciò ti chiedo, per favore, di ricevere questa designazione con un cuore semplice e umile. E, sebbene tu debba farlo con gaudio e con gioia, fa’ in modo che questo sentimento sia lontano da qualsiasi espressione di mondanità, da qualsiasi festeggiamento estraneo allo spirito evangelico di austerità, sobrietà e povertà.

Arrivederci, quindi, al prossimo 20 febbraio, in cui cominceremo i due giorni di riflessione sulla famiglia. Resto a tua disposizione e, per favore, ti chiedo di pregare e far pregare per me.

Gesù ti benedica e la Vergine Santa ti protegga.

CALENDARIO CELEBRAZIONI PRESIEDUTE DAL SANTO PADRE FRANCESCO

Città del Vaticano, 13 gennaio 2014 (VIS). Di seguito riportiamo il calendario delle celebrazioni presiedute dal Santo Padre Francesco nei mesi di gennaio e febbraio 2014:

GENNAIO

Domenica 19: II Domenica del Tempo Ordinario, ore 16:00: Visita pastorale alla Parrocchia romana del “Sacro Cuore di Gesù a Castro Pretorio”.

Sabato 25: ore 17:30, Basilica di San Paolo fuori le Mura, Solennità della Conversione di San Paolo, Celebrazione dei Vespri.

FEBBRAIO

Domenica 2: ore 10:00, Basilica Vaticana, Festa della Presentazione del Signore, Santa Messa con i membri degli Istituti di Vita Consacrata e delle Società di Vita Apostolica, XVIII Giornata Mondiale della Vita Consacrata.

Domenica 16: VI Domenica del Tempo Ordinario, ore 16:00, Visita pastorale alla Parrocchia romana “San Tommaso Apostolo”.

Sabato 22: Solennità della Cattedra di San Pietro, ore 11:00, Basilica di San Pietro, Concistoro Ordinario Pubblico per la creazione di nuovi Cardinali.

Domenica 23: VII Domenica del Tempo Ordinario, ore 10:00, Basilica di San Pietro, Santa Messa con i nuovi Cardinali.

FAR PARTE DELLA CATENA DELLA FEDE È LA PIÙ BELLA EREDITÀ DA LASCIARE AI FIGLI

Città del Vaticano, 12 gennaio 2013 (VIS). Alle 9:30 di questa mattina, Festa del Battesimo del Signore, il Santo Padre Francesco ha presieduto, nella Cappella Sistina, la Santa Messa nel corso della quale ha amministrato il Sacramento del Battesimo a 32 neonati, 18 bambine e 14 bambini, fra le quali Giulia, figlia di una coppia coniugata solo con rito civile.

"Questi bambini sono l’anello di una catena. Voi genitori avete il bambino o la bambina da battezzare, ma tra alcuni anni saranno loro che avranno un bambino da battezzare, o un nipotino… È così la catena della fede! Cosa vuol dire questo? Io vorrei soltanto dirvi questo: voi siete coloro che trasmettono la fede, i trasmettitori; voi avete il dovere di trasmettere la fede a questi bambini. È la più bella eredità che voi lascerete loro: la fede! Soltanto questo. Oggi portate a casa questo pensiero. Noi dobbiamo essere trasmettitori della fede. Pensate a questo, pensate sempre come trasmettere la fede ai bambini".

"Oggi canta il coro, ma il coro più bello è questo dei bambini, che fanno rumore… Alcuni piangeranno, perché non sono comodi o perché hanno fame: se hanno fame, mamme, date loro da mangiare, tranquille, perché loro sono qui i protagonisti. E adesso, con questa consapevolezza di essere trasmettitori della fede, continuiamo la cerimonia del Battesimo".

ANGELUS: NEL NOSTRO TEMPO C'È BISOGNO DI UN SUPPLEMENTO DI AMORE

Città del Vaticano, 12 gennaio 2014 (VIS). "A me piace molto battezzare i bambini: mi piace tanto... Ogni bambino che nasce è un dono di gioia e di speranza, e ogni bambino che viene battezzato è un prodigio della fede e una festa per la famiglia di Dio". Queste le parole del Papa Francesco all'Angelus a conclusione della Santa Messa con l'amministrazione del Battesimo ad un gruppo di 32 bambini nella Cappella Sistina, nella festa del Battesimo del Signore.

"L’odierna pagina del Vangelo sottolinea che, quando Gesù ebbe ricevuto il battesimo da Giovanni nel fiume Giordano, 'si aprirono per lui i cieli' - ha spiegato Papa Francesco -. (...)
La manifestazione del Figlio di Dio sulla terra segna l’inizio del grande tempo della misericordia, dopo che il peccato aveva chiuso i cieli, elevando come una barriera tra l’essere umano e il suo Creatore. (...) Dio ci dà nel Cristo la garanzia di un amore indistruttibile. Da quando il Verbo si è fatto carne è dunque possibile vedere i cieli aperti. È stato possibile per i pastori di Betlemme, per i Magi d’Oriente, per il Battista, per gli Apostoli di Gesù, per santo Stefano, il primo martire (...). Ed è possibile anche per ognuno di noi, se ci lasciamo invadere dall’amore di Dio, che ci viene donato la prima volta nel Battesimo per mezzo dello Spirito Santo".

"Quando Gesù ricevette il battesimo di penitenza da Giovanni il Battista, solidarizzando con il popolo penitente - Lui senza peccato e non bisognoso di conversione -, Dio Padre fece udire la sua voce dal cielo (...). Gesù riceve l’approvazione del Padre celeste, che l’ha inviato proprio perché accetti di condividere la nostra condizione, la nostra povertà. Condividere è il vero modo di amare. Gesù non si dissocia da noi, ci considera fratelli e condivide con noi. E così ci rende figli, insieme con Lui, di Dio Padre. Questa è la rivelazione e la fonte del vero amore".

"Non vi sembra - si è chiesto il Santo Padre - che nel nostro tempo ci sia bisogno di un supplemento di condivisione fraterna e di amore? Non vi sembra che abbiamo tutti bisogno di un supplemento di carità? Non quella che si accontenta dell’aiuto estemporaneo che non coinvolge, non mette in gioco, ma quella carità che condivide, che si fa carico del disagio e della sofferenza del fratello".

"Chiediamo alla Vergine Santa - ha concluso il Pontefice - di sostenerci con la sua intercessione nel nostro impegno di seguire Cristo sulla via della fede e della carità, la via tracciata dal nostro Battesimo".

Dopo l'Angelus il Santo Padre ha rivolto un pensiero speciale ai genitori che stanno preparando il Battesimo di un loro figlio, unendosi alla loro gioia ed invitandoli "a riscoprire la bellezza della fede e a ritornare in modo nuovo ai Sacramenti e alla comunità".

IL PAPA NOMINA 19 NUOVI CARDINALI

Città del Vaticano, 12 gennaio 2014 (VIS). Al termine della recita dell'Angelus, il Santo Padre Francesco ha annunciato, per il prossimo 22 febbraio, festa della Cattedra di San Pietro, un Concistoro nel quale procederà alla nomina di 19 nuovi Cardinali - 16 elettori e 3 Arcivescovi emeriti - appartenenti a 12 Nazioni di ogni parte del mondo, che "rappresentano il profondo rapporto ecclesiale fra la Chiesa di Roma e le altre Chiese sparse per il mondo".

Il 23 febbraio il Papa presiederà una concelebrazione con i nuovi Cardinali, mentre il 20 e il 21 febbraio, si terrà un Concistoro con tutti i Cardinali per riflettere sul tema della famiglia.

I nuovi Cardinali sono:

- L'Arcivescovo Pietro Parolin, Segretario di Stato.

- L'Arcivescovo Lorenzo Baldisseri, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi.

- L'Arcivescovo Gerhard Ludwig Müller, emerito di Regensburg (Germania), Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

- L'Arcivescovo Beniamino Stella, Prefetto della Congregazione per il Clero.

- L'Arcivescovo Vincent Gerard Nichols, di Westminster (Gran Bretagna).

- L'Arcivescovo Leopoldo José Brenes Solórzano, di Managua (Nicaragua).

- L'Arcivescovo Gérald Cyprien Lacroix, Arcivescovo di Québec (Canada).

- L'Arcivescovo Jean-Pierre Kutwa, di Abidjan (Costa d’Avorio).

- L'Arcivescovo Orani João Tempesta, O.Cist., di Rio de Janeiro (Brasile).

- L'Arcivescovo Gualtiero Bassetti, di Perugia-Città della Pieve (Italia).

- L'Arcivescovo Mario Aurelio Poli, di Buenos Aires (Argentina).

- L'Arcivescovo Andrew Yeom Soo jung, di Seoul (Korea).

- L'Arcivescovo Ricardo Ezzati Andrello, S.D.B., di Santiago del Cile (Cile).

- L'Arcivescovo Philippe Nakellentuba Ouédraogo, di Ouagadougou (Burkina Faso).

- L'Arcivescovo Orlando B. Quevedo, O.M.I., di Cotabato (Filippine).

- Il Vescovo Chibly Langlois, di Les Cayes (Haïti).

I tre Arcivescovo emeriti sono:

- L'Arcivescovo Loris Francesco Capovilla, già Segretario del Beato Giovanni XXIII e Delegato Pontificio per il Santuario Lauretano.
- L'Arcivescovo Fernando Sebastián Aguilar, C.M.F., emerito di Pamplona (Spagna).

- L'Arcivescovo Kelvin Edward Felix, emerito di Castries (Antille).

GRANDE INTERESSE DEL PAPA PER I PROBLEMI LEGATI ALLE DISABILITÀ

Città del Vaticano, 11 gennaio 2014 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Francesco ha ricevuto in udienza l'on. Ileana Argentin, disabile, nota per il suo impegno nel campo delle disabilità, prima nell'ambito del Comune di Roma e ora in quello del Parlamento italiano.

L’on. Argentin, informa la Sala Stampa della Santa Sede - si era rivolta al Papa con una lettera personale, chiedendo di potergli presentare diverse problematiche attinenti la disabilità. Il Papa ha risposto dopo breve tempo, invitandola per un colloquio, che ha avuto luogo questa mattina nel Palazzo Apostolico. Il tema principale su cui l’on. Argentin ha parlato al Papa è stato il sostegno da dare in particolare ai genitori delle persone gravemente disabili, che vivono con grande preoccupazione la prospettiva di quanto potrà avvenire ai figli dopo la loro morte e la difficoltà a prendersene cura da parte delle loro sorelle e dei loro fratelli. Sono stati anche toccati altri argomenti, ad esempio il superamento delle barriere architettoniche negli edifici pubblici e nelle strutture ecclesiastiche.

Il Papa ha manifestato grande attenzione e interesse per tutto quanto gli è stato detto dall’on. Argentin e ha assicurato, con espressioni di grande cordialità, la sua partecipazione e il suo incoraggiamento per tutte le persone e iniziative che si impegnano ad affrontare con sempre maggiore impegno e consapevolezza i problemi legati alle disabilità.

IL PAPA RICEVE I MEMBRI DEL COMITATO CATTOLICO PER LA COLLABORAZIONE CULTURALE CON LE CHIESE ORTODOSSE E LE CHIESE ORTODOSSE ORIENTALI

Città del Vaticano, 11 gennaio 2014 (VIS). Questa mattina, nella Sala Clementina, il Santo Padre Francesco ha ricevuto i Membri del Comitato Cattolico per la collaborazione culturale con le Chiese Ortodosse e le Chiese Ortodosse Orientali, sotto la diretta responsabilità del Cardinale Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani.

Papa Paolo VI, durante il Concilio Vaticano II istituì il Comitato Cattolico per la Collaborazione Culturale e poco dopo lo storico incontro del Pontefice con il Patriarca ecumenico Atenagora, nacque - su iniziativa della Sezione Orientale dell'allora Segretariato per la Promozione dell'Unità dei Cristiani - l'attuale Comitato, che oggi come allora, con l'aiuto di generosi benefattori, distribuisce borse di studio a chierici e laici, provenienti dalle Chiese Ortodosse e dalla Chiese Ortodosse Orientali, che desiderano completare i loro studi teologici presso istituzioni accademiche della Chiesa Cattolica, e sostiene altri progetti di collaborazione ecumenica.

"Il cammino di riconciliazione e di rinnovata fraternità tra le Chiese - ha affermato Papa Francesco - mirabilmente segnato dal primo storico incontro tra Papa Paolo VI e il Patriarca ecumenico Atenagora, aveva bisogno anche di esperienze di amicizia e di condivisione che nascessero dalla conoscenza reciproca fra esponenti delle diverse Chiese, e in particolare tra i giovani avviati al ministero sacro".

Il Santo Padre ha espresso il suo vivo ringraziamento a tutti i benefattori e ai Membri del Consiglio di Gestione del Comitato convenuti a Roma per la riunione annuale ed ha rivolto un particolare saluto agli studenti che completano i loro studi teologici a Roma. "La vostra permanenza in mezzo a noi - ha detto - è importante per il dialogo tra le Chiese di oggi e soprattutto di domani. Ringrazio Dio perché mi offre questa bella occasione per incontrarvi e dirvi che il Vescovo di Roma vi vuole bene. Auguro che ognuno di voi possa avere una gioiosa esperienza della Chiesa e della città di Roma, arricchente sotto il profilo spirituale e culturale, e che possiate sentirvi non ospiti, ma fratelli tra fratelli. Sono sicuro, d’altra parte, che con la vostra presenza voi siete una ricchezza per le comunità di studio che frequentate".

UDIENZE

Città del Vaticano, 11 gennaio 2014 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto in udienza:

- Il Cardinale Marc Ouellet, P.S.S., Prefetto della Congregazione per i Vescovi.

- L'Arcivescovo Beniamino Stella, Prefetto della Congregazione per il Clero.

ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 13 gennaio 2014 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha eretto l’Esarcato Apostolico per i fedeli maroniti residenti nell’Africa Occidentale e Centrale, con sede ad Ibadan in Nigeria, e ha nominato il Reverendo Simon Faddoul, finora Presidente di Caritas-Liban all'ufficio di primo Esarca Apostolico, senza carattere episcopale.

- Ha nominato l'Esarca Apostolico, Reverendo Simon Faddoul, all’ufficio di Visitatore Apostolico per i fedeli maroniti nell’Africa Meridionale.

- Ha nominato il Vescovo Georges Chihane, Vescovo Eparchiale del Cairo e del Sudan dei Maroniti, all’ufficio di Visitatore Apostolico per i fedeli maroniti residenti nei Paesi del Nord Africa non compresi nel suo territorio eparchiale.

- Ha nominato l'Arcivescovo Basile Georges Casmoussa, emerito di Mossul e Vescovo della Curia Patriarcale Siro-Cattolica, all’ufficio di Visitatore Apostolico per i fedeli Siri residenti in Europa Occidentale.

Domenica 12 gennaio iI Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale del Vicariato Apostolico di Soddo, in Etiopia, presentata dal Vescovo Rodrigo Meija Saldarriaga, S.I., per raggiunti limiti d'età. Gli succede il Vescovo Tsegaye Keneni Derara, Coadiutore del medesimo Vicariato Apostolico.

Sabato 11 gennaio il Santo Padre:

- Ha eretto l’Eparchia di St. Thomas the Apostle of Melbourne dei Siro-Malabaresi (Australia).

- Ha nominato il Vescovo Bosco Puthur, primo Vescovo Eparchiale dell'Eparchia di St. Thomas the Apostle of Melbourne dei Siro-Malabaresi. La nuova Eparchia si estende sull'intero continente dell'Australia ed ha oltre 30.000 fedeli. È stato finora Vescovo della Curia Arcivescovile Maggiore.

- Ha nominato il Vescovo Bosco Puthur, Visitatore Apostolico per i fedeli Siro-Malabaresi residenti in Nuova Zelanda.

- Ha nominato il Vescovo Raphael Thattil, che è Ausiliare dell'Arcieparchia di Trichur (Kerala, India), Visitatore Apostolico per i fedeli Siro-Malabaresi residenti in India fuori del territorio proprio della Chiesa Arcivescovile Maggiore.

- Ha concesso il Suo Assenso all’elezione canonicamente fatta dal Sinodo dei Vescovi della Chiesa Caldea del Sacerdote Habib Al-Naufali alla sede Arcieparchiale di Bassorah dei Caldei (Iraq). Il Vescovo eletto è nato nel 1960 a Baqofa nella provincia di Mossul (Iraq) ed è stato ordinato sacerdote nel 1998. Dal 1999 al 2003 è stato parroco della chiesa di San Giorgio a Baghdad, direttore della Biblioteca del Babel College, Avvocato del Tribunale Eparchiale di prima istanza e Membro dell’Unione Irachena Autori e Scrittori. Dal 2003 è Responsabile della Missione Caldea a Londra.

- Ha concesso il Suo Assenso all’elezione canonicamente fatta dal Sinodo dei Vescovi della Chiesa Caldea del Padre Yousif Thomas Mirkis, O.P, alla sede Arcieparchiale di Kerkūk dei Caldei (Iraq). Il Vescovo eletto è nato a Mossul (Iraq) nel 1949 ed è stato ordinato sacerdote nel 1980. È co-fondatore della facoltà di filosofia e teologia del “Babel College” (1989), dove ha diretto gli studi dal 1989 al 2001 ed è stato docente fin dalla istituzione. È stato nominato Superiore della Comunità dei Padri Domenicani di Baghdad (Iraq) dal 1994 al 2000, dedicandosi nel contempo alla stesura di testi scolastici sull’educazione cristiana presso il Ministero dell’Educazione. Dal 1995 è Direttore della Rivista “Al-Fiker Al-Masihi” (il Pensiero Cristiano) e della casa editrice “Al-Nasira”. Nel 2006 ha fondato l’Accademia per le Scienze Umane a Baghdad. È membro dell’Unione dei giornalisti iracheni, di quella dei giornalisti del terzo mondo con sede a Berlino e dell’UCIP (Unione Cattolica Internazionale della Stampa). Al presente è Superiore della Comunità dei Domenicani a Baghdad.

- Ha concesso il Suo Assenso all’elezione canonicamente fatta dal Sinodo dei Vescovi della Chiesa Caldea del Sacerdote Saad Sirop all’ufficio di Vescovo Ausiliare della Metropolia Patriarcale di Babilonia dei Caldei (Iraq). Il Vescovo eletto è nato a Baghdad (Iraq) nel 1972 ed è stato ordinato sacerdote nel 2001. Dal 2005 al 2006 è stato Parroco di San Giacomo a Baghdad, Direttore degli Studi al Babel College e Vice-Rettore nella facoltà di Filosofia e Teologia. Nel 2009 è stato parroco della Cattedrale caldea San Giuseppe a Baghdad e Professore di filosofia alla facoltà Babel College. È stato Decano dei sacerdoti caldei di Baghdad e Segretario della commissione per la gioventù cristiana a Baghdad.

- Ha assegnato la sede titolare vescovile di Foraziana a S.E. Mar Bawai Soro, in servizio pastorale nell’Eparchia di Saint Peter the Apostle of San Diego dei Caldei (CA), Stati Uniti d'America.

venerdì 10 gennaio 2014

AI GENTILUOMINI DI SUA SANTITÀ: DARE TESTIMONIANZA DI COERENZA EVANGELICA SENZA MACCHIARLA CON ALCUN ATTEGGIAMENTO DI MONDANITÀ

Città del Vaticano, 10 gennaio 2014 (VIS). Questa mattina, nella Sala Clementina, Papa Francesco ha ricevuto i Gentiluomini di Sua Santità, corpo istituito da Papa Paolo VI nel 1968, costituito da laici che hanno acquisito particolari benemerenze verso la Santa Sede e che ricevono questa carica onorifica in modo discrezionale. Come il Comandante della Guardia Svizzera, fanno parte della famiglia laica pontificia. Anticamente denominati camerieri segreti di spada e cappa e camerieri d'onore di spada e cappa, il loro compito principale consiste nell'accogliere i capi di stato e di governo all'arrivo in Vaticano e di accompagnarli alla sala delle udienze del Pontefice.

"Attraverso di voi, cari Gentiluomini - ha detto il Papa - le diverse Autorità e le altre Personalità che giungono in visita alla Sede di Pietro hanno i loro primi contatti con questa Casa e ne ricevono le prime impressioni. Come dice il vostro nome, servono a questo scopo doti di gentilezza e cordialità utili a mettere a proprio agio le persone. Queste qualità umane trovano la loro più autentica radice in una vita animata dalla fede, che dà testimonianza di coerenza evangelica senza macchiarla con alcun atteggiamento di mondanità".

Nel tempo di Natale giunto ormai al termine, Papa Francesco ha esortato i Gentiluomini e i loro familiari a stare attenti e a pregare "perché questa luce interiore non si dissolva e possiamo portare nella nostra vita quotidiana, familiare e professionale, la gioia della fede, che si esprime nella carità, nella benevolenza, nella tenerezza".

"Vi benedico e vi auguro un anno sereno e proficuo. E preghiamo gli uni per gli altri!".

IL PAPA AI SEDIARI PONTIFICI: IL VOSTRO LAVORO BEL BIGLIETTO DA VISITA PER QUANTI ACCEDONO AL PALAZZO APOSTOLICO PER INCONTRARE IL SUCCESSORE DI PIETRO

Città del Vaticano, 10 gennaio 2014 (VIS). I Sediari Pontifici - secondo la tradizione il più antico collegio di laici al servizio del Pontefice esistente in Vaticano, di cui si hanno notizie sin dal secolo XIV - sono stati ricevuti questa mattina dal Papa nella Sala del Concistoro.

I Sediari che avevano l'onore di portare a spalle il Papa sulla sedia gestatoria nelle celebrazioni liturgiche, attualmente prestano servizio nell'appartamento pontificio svolgendo compiti di accoglienza degli ospiti che si recano in visita al Papa e sono presenti alle udienze generali in Piazza San Pietro e in tutte le occasioni in cui il Papa incontra i fedeli.

Nel discorso che ha loro rivolto, Papa Francesco ha ricordato che nel tempo liturgico del Natale, il mistero della nascita di Gesù "ci chiama a testimoniare nella nostra vita l'umiltà, la semplicità e lo spirito di servizio che Egli ci ha insegnato. Anche nel vostro lavoro quotidiano - ha aggiunto il Santo Padre - voi avete la possibilità di imitare queste caratteristiche del Figlio di Dio 'che non è venuto per farsi servire, ma per servire'. Vissuto con questo atteggiamento interiore, il lavoro può diventare apostolato, una preziosa occasione per trasmettere a quanti incontrate la gioia di essere cristiani".

"In questi mesi - ha sottolineato il Papa - mi sono reso conto degli ideali che animano il vostro lavoro. L’amore alla Chiesa e alla Santa Sede, la cordialità accogliente, la pazienza, la pacatezza e la serenità del comportamento costituiscono un bel biglietto da visita per quanti accedono al Palazzo Apostolico per incontrare il Successore di Pietro. Di tutto questo vi ringrazio cordialmente e mi sento in debito verso di voi. Vi rinnovo gli auguri di pace e di ogni bene; assicuro la mia preghiera per voi, e conto anch’io sulla vostra! Grazie!".


UDIENZE

Città del Vaticano, 10 gennaio 2014 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza:

- L'Arcivescovo Gerhard Ludwig Müller, Prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede.

- Il Cardinale Willem Jacobus Eijk, Arcivescovo di Utrecht (Olanda).



giovedì 9 gennaio 2014

UDIENZE

Città del Vaticano, 9 gennaio 2014 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza:

- Il Signor Séverin Mathias Akeo, Ambasciatore di Costa d’Avorio, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali.

- Il Cardinale Stanisław Ryłko, Presidente del Pontificio Consiglio per i laici.

- L'Arcivescovo Carlos José Ñáñez, di Córdoba (Argentina), con l'Ausiliare Vescovo Pedro Torres.

- L’Onorevole Nicola Zingaretti, Presidente della Regione Lazio.

- L’Onorevole Ignazio Marino, Sindaco di Roma.

- Il Prefetto Riccardo Carpino, Commissario Straordinario della Provincia di Roma.

CAPITOLO GENERALE STRAORDINARIO DEI LEGIONARI DI CRISTO DOPO TRE ANNI E MEZZO DI PREPARAZIONE

Città del Vaticano, 9 gennaio 2014 (VIS). Nel pomeriggio di ieri, il Cardinale Velasio De Paolis, C.S., Delegato Pontificio per la Congregazione dei Legionari di Cristo, ha presieduto la Messa inaugurale del Capitolo Generale Straordinario della Congregazione. La Messa celebrata nella Cappella del Centro di Studi Superiori della Legione di Cristo a Roma, è stata preceduta da una settimana di ritiro dei padri capitolari e da una novena allo Spirito Santo alla quale hanno partecipato tutti i Legionari.

Dopo un cammino di preparazione e rinnovamento della durata di tre anni e mezzo per compiere il mandato preciso del Santo Padre Benedetto XVI, il Capitolo dovrà procedere all'elezione del nuovo governo della Legione di Cristo e all'approvazione delle nuove costituzioni.

Nell'omelia il Cardinale De Paolis ha affermato che più volte è stato sottolineato che le revisione delle costituzioni non "poteva essere considerata semplicemente un impegno tecnico, ma doveva essere accompagnata da un cammino di esame di vita, di revisione e di rinnovamento spirituale dell’istituto". Per cui le nuove costituzioni non saranno semplicemente "un codice di leggi" che unisce i Legionari "solo esternamente nella disciplina", ma "un testo espressione di una comune vocazione, di un comune ideale, di una comune missione, di un comune percorso di santità".

Nel riferirsi alla nomina del nuovo governo dell'Istituto, il Porporato ha ribadito che il dovere primario dei superiori è quello di "custodire e promuovere lo stesso carisma dell'Istituto" che "non è garantito se non nel servizio dell'autorità, esercitata nello spirito evangelico e nella fedeltà alle norme della Chiesa. (...) Particolarmente da parte vostra, che su questo aspetto avete una storia di sofferenza, che è importante non dimenticare. È stato questo un tema sul quale il nuovo testo costituzionale è stato attento e vigilante".

Il Cardinale De Paolis, ricordando il cammino di preparazione culminante nel Capitolo Generale, ha invitato i Legionari di Cristo ad avere "Speranza nel Signore che vi ha conservato la vocazione; nella Legione che in voi si presenta a questo capitolo con nuove forze e nuovi orizzonti; nella Chiesa che vi ha accompagnato, particolarmente attraverso il Papa Benedetto XVI, che nel momento più tragico forse della vostra storia, ha avuto fiducia in voi credendo nella vostra capacità di rinnovamento e di fedeltà al Signore, e attraverso l'attuale Sommo Pontefice Papa Francesco, che ha voluto essere presente in questo momento importante della vostra storia".

"Avete sofferto molto, dentro di voi e fuori di voi - ha concluso il Cardinale De Paolis - Avete sofferto la vergogna di essere accusati, guardati con sospetto e d’essere esposti alla pubblica opinione, anche all’interno della Chiesa. Avete saputo accettare questa sofferenza per amore della vostra vocazione, per amore della Chiesa e della Legione. La sofferenza vi ha purificati, vi ha maturati, vi ha fatto fare l’esperienza della grazia del Signore e del suo amore, che vi ha chiamati a partecipare al mistero della redenzione mediante la croce e il dolore. Avete partecipato al dolore di quelli che hanno sofferto a causa di alcuni membri della Legione. Avete scelto l’unico modo che il Vangelo conosce per la redenzione del male: non la fuga, non il rifiuto, non la condanna degli altri, ma la partecipazione, la solidarietà, l’amore che entra nello stesso peccato e nello stesso dolore per redimerlo dall’interno".


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